Il gradimento degli europei per la struttura dell’Ue
Nel corso dell’intervista, Silvio Berlusconi sembra
contestualizzare la sua affermazione. L’ex presidente del Consiglio ha sottolineato quanto sia necessario cambiare l’Europa, che da luogo «dei burocrati di Bruxelles, dall’Europa dirigista, dei ragionieri, delle troppe regole e delle troppe imposizioni deve diventare un’Europa di sviluppo, con una politica migratoria comune e militarmente forte, che possa unificare l’Occidente per resistere alla sfida egemonica con l’impero cinese» (min. 2’ 30’’).
Interpretando quindi la sua dichiarazione, sembrerebbe che secondo Berlusconi l’«antipatia» dei cittadini non sia contro l’Unione di per sé, quanto piuttosto verso la sua burocrazia e i meccanismi di esercizio del potere. Anche in questo caso, per scoprire se le cose stanno davvero così, possiamo consultare il
Parlametro 2018.
Secondo gli ultimi rilevamenti, tra aprile e settembre 2018 in tutti gli Stati (eccezion fatta per l’Ungheria e la Croazia) sono aumentati i cittadini che ritengono che l’Unione stia andando nella direzione sbagliata. In Romania è stato registrato un aumento di 15 punti percentuali (pari al 41 per cento degli intervistati), in Francia, Germania e Slovenia di 13 punti percentuali (pari, rispettivamente, al 59 per cento, al 52 per cento e al 42 per cento degli intervistati). L’insoddisfazione è poi aumentata di 10 punti percentuali nei Paesi Bassi (44 per cento) e di 9 in Belgio (61 per cento), Italia (58 per cento) e Regno Unito (54 per cento).