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No, nessuno Stato ha «preso» il Mes per la sanità

| 21 dicembre 2022
La dichiarazione
«Tutti gli Stati europei hanno ormai preso il Mes, 37 miliardi di euro, tranne l’Italia»
Fonte: Senato | 21 dicembre 2022
ANSA
ANSA
Verdetto sintetico
La senatrice di Italia viva sbaglia.
In breve
  • A oggi, nessun Paese membro del Mes ha chiesto l’accesso al Pandemic crisis support, la linea di credito per le spese sanitarie, con cui l’Italia potrebbe ottenere 37 miliardi di euro (la cifra per gli altri Paesi cambia a seconda del Pil). TWEET
  • È probabile che Sbrollini si sia confusa con il fatto che l’Italia, a oggi, è l’unico Paese dell’area euro a non aver ancora ratificato la riforma del trattato istitutivo del Mes. TWEET
Il 21 dicembre, durante un intervento in Senato, la senatrice di Italia viva Daniela Sbrollini ha criticato le risorse destinate alla sanità dal governo Meloni. Secondo Sbrollini, il governo dovrebbe chiedere sostegno economico al Meccanismo europeo di stabilità (Mes), e più precisamente «37 miliardi» di euro, visto che «tutti gli Stati europei hanno ormai preso il Mes», eccetto l’Italia.

Abbiamo verificato e Sbrollini sbaglia.

Il Mes e la sanità

Il Mes, noto anche con il nome di “Fondo Salva-Stati”, è un’organizzazione intergovernativa istituita nel 2011 per aiutare economicamente gli Stati dell’area euro in eventuali situazioni di difficoltà. A maggio 2020, a poche settimane dall’inizio della pandemia di Covid-19, all’interno del Mes è stato creato un nuovo strumento, il Pandemic crisi support, una linea di credito con cui uno Stato membro dell’area euro può vedersi erogare prestiti per un valore massimo pari al 2 per cento del loro Pil, relativo a fine 2019. Per l’Italia, ma non per tutti gli Stati, stiamo dunque parlando di una cifra intorno ai «37 miliardi» di euro, il dato citato da Sbrollini. In concreto, chi ne fa richiesta può spendere questo denaro esclusivamente per «finanziare spese sanitarie dirette e indirette, e i costi relativi alla cura e alla prevenzione per la crisi Covid-19».

A differenze di quanto detto dalla senatrice di Italia viva, però, non è vero che «tutti gli Stati europei hanno ormai preso il Mes», ossia ottenuto i prestiti per le spese sanitarie, «tranne l’Italia». Anzi: al 21 dicembre 2022, a quasi tre anni dall’introduzione del Pandemic crisis support, nessuno Stato europeo ne ha fatto richiesta. Soltanto Grecia, Spagna e Cipro hanno ricevuto sostegno dal Mes, ma non per quanto riguarda la linea di credito per spese sanitarie (Portogallo, Irlanda e Grecia sono stati aiutati anche dal Fondo europeo di stabilità finanziaria, l’Efsf, il predecessore del Mes). 

Nel suo intervento in Senato, è probabile che la senatrice Sbrollini abbia fatto confusione tra l’accesso agli aiuti del Mes per le spese sanitarie e la ratifica della riforma del trattato che nel 2011 ha istituito il Mes. A oggi, infatti, sui 19 Stati membri del Mes, solo l’Italia non ha ancora ratificato la riforma del trattato del Mes, sottoscritta a livello europeo a gennaio 2021. Negli scorsi giorni il governo Meloni è stato criticato perché il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che la ratifica potrà avvenire solo dopo «un adeguato e ampio dibattito in Parlamento». In ogni caso, la ratifica della riforma del trattato del Mes non ha a che fare con un’eventuale richiesta di accesso ai prestiti per le spese sanitarie.

Il verdetto

Secondo Daniela Sbrollini, «tutti gli Stati europei hanno ormai preso il Mes, 37 miliardi di euro, tranne l’Italia». La senatrice di Italia viva sbaglia.

A oggi, nessun Paese membro del Mes ha chiesto l’accesso al Pandemic crisis support, la linea di credito per le spese sanitarie, con cui l’Italia potrebbe ottenere 37 miliardi di euro (la cifra per gli altri Paesi cambia a seconda del Pil). 

È probabile che Sbrollini si sia confusa con il fatto che l’Italia, a oggi, è l’unico Paese dell’area euro a non aver ancora ratificato la riforma del trattato istitutivo del Mes. Questo però non ha a che vedere con un’eventuale richiesta di accesso ai prestiti per le spese sanitarie.

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