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No, i percettori del reddito di cittadinanza non sono 3,5 milioni

| 10 maggio 2023
La dichiarazione
«Abbiamo 3 milioni e mezzo di percettori del reddito di cittadinanza»
Fonte: Cartabianca – Rai 3 | 9 maggio 2023
ANSA/CIRO FUSCO
ANSA/CIRO FUSCO
Verdetto sintetico
Il dato del capogruppo della Lega è esagerato.
In breve
  • Secondo Inps, a marzo i nuclei percettori del reddito di cittadinanza erano poco più di 900 mila (superavano il milione considerando anche la pensione di cittadinanza). Le persone che erano coinvolte dal sussidio erano invece circa 2 milioni. TWEET
Il 9 maggio, ospite a Cartabianca su Rai 3, il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari ha detto (min. -1:08:09) che c’è un «problema» in Italia, dal momento che i percettori del reddito di cittadinanza sono «3 milioni e mezzo» e i ristoratori «non trovano personale».

Abbiamo verificato e il numero citato da Molinari è sbagliato.

Quanti sono i percettori del reddito di cittadinanza

Secondo i dati più aggiornati dell’Inps, a marzo 2023 i nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza erano poco più di 900 mila (Tav. 1.5 Rdc). Il numero di percettori superava il milione se si considerano anche gli oltre 103 mila nuclei che in quel mese percepivano la cosiddetta “pensione di cittadinanza”, ossia il reddito di cittadinanza per le famiglie composte solo da uno o più membri con almeno 67 anni di età. 

Il numero di persone coinvolte dal reddito e dalla pensione di cittadinanza, ossia la somma tra i percettori e i membri della famiglia che ne beneficiano, era invece pari a oltre 2,1 milioni di persone. I beneficiari solo del reddito di cittadinanza erano circa 2 milioni, mentre quelli della pensione di cittadinanza meno di 120 mila. 

Dunque sia il dato sui percettori del sussidio sia il dato sui beneficiari sono molto più bassi dei «3 milioni e mezzo» di cui ha parlato Molinari in televisione.

A marzo l’importo medio dell’assegno mensile del reddito di cittadinanza era pari (Tav. 1.5.1 RdC) a circa 604 euro, mentre quello della pensione di cittadinanza a circa 572 euro. In 310 mila nuclei percettori del sussidio era presente almeno un minore, mentre in quasi 200 mila c’era almeno un disabile.

Quanti perderanno il sussidio

Con il decreto “Lavoro”, approvato il 1° maggio, il governo Meloni ha introdotto due misure che sostituiranno il reddito di cittadinanza. Dal 1° gennaio 2024 entrerà in vigore il cosiddetto “assegno per l’inclusione sociale”, un sussidio economico che integra il reddito delle famiglie in cui è presente almeno un minore, o una persona con più di sessant’anni di età, o un disabile. Dal 1° settembre 2023, invece, sarà attivo il cosiddetto “supporto per la formazione e il lavoro”: sarà destinato alle persone tra i 18 e i 59 anni di età che non hanno i requisiti per accedere all’assegno di inclusione sociale. 

Al momento il decreto è all’esame del Senato per la sua conversione in legge. Nella relazione tecnica che accompagna il testo si stima che nel 2024 i nuclei beneficiari dell’assegno di inclusione saranno oltre 730 mila, mentre nel 2023 quelli del supporto per la formazione e il lavoro circa 350 mila.

Il verdetto

Secondo Riccardo Molinari i percettori del reddito di cittadinanza sono «3 milioni e mezzo». I numeri danno torto al capogruppo della Lega alla Camera. 

I dati più aggiornati di Inps dicono che a marzo i nuclei percettori del reddito di cittadinanza erano poco più di 900 mila (superavano il milione considerando anche la pensione di cittadinanza). Le persone che erano coinvolte dal sussidio erano invece circa 2 milioni.

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