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Sì, Letta non ha votato le ultime due leggi elettorali

| 04 agosto 2022
La dichiarazione
«Io [al voto] di questa legge elettorale non c’ero, e a quella precedente non votai la fiducia»
Fonte: La7 | 3 agosto 2022
ANSA/FABIO FRUSTACI
ANSA/FABIO FRUSTACI
Verdetto sintetico
Il segretario del Pd ha ragione
In breve
  • L’attuale legge elettorale, il Rosatellum, fu approvata nel 2017, quando Letta non ricopriva alcun incarico parlamentare TWEET
  • Nel 2015, Letta non partecipò a tre voti di fiducia posti sull’Italicum, e si dimise poco dopo la sua approvazione TWEET

Sì, Letta non ha votato le ultime due leggi elettorali

Il 3 agosto, ospite alla trasmissione La corsa al voto su La7, il segretario del Partito democratico Enrico Letta ha spiegato la sua posizione in merito alla legge elettorale attualmente in vigore, il cosiddetto Rosatellum. In particolare, Letta ha affermato (min. 47:25) che quando la legge è stata votata lui non era in Parlamento, e ha poi aggiunto che nel caso della precedente legge elettorale, il cosiddetto Italicum, voluta dall’ex segretario del Pd Matteo Renzi e approvata nel 2015, non votò la fiducia che il governo pose sul testo. 

Entrambe le affermazioni sono corrette: Letta non ha votato la fiducia posta dal governo di Matteo Renzi sull’Italicum, ponendosi in dissenso con il suo partito, e in seguito non ha partecipato all’iter del Rosatellum, perché all’epoca non era un parlamentare.

La storia, in breve

Nel 2015, quando il presidente del Consiglio era il segretario del Pd Matteo Renzi, il Parlamento approvò l’Italicum, un sistema elettorale valido per la sola Camera, nella prospettiva che il Senato fosse abolito come organo eletto direttamente dai cittadini dalla riforma costituzionale poi naufragata a dicembre 2016. L’iter parlamentare fu tutt’altro che semplice: alla Camera, il governo pose la fiducia su tre dei cinque articoli del testo, scatenando l’opposizione anche di un gruppo di deputati del Pd, tra cui Enrico Letta.

Alle tre votazioni sui vari articoli, Letta scelse infatti di non partecipare, come si vede anche dai resoconti della Camera (qui sulla fiducia sull’articolo 1, qui sugli articoli 2 e 4). Letta partecipò invece al voto finale, il 4 maggio 2015, che però si svolse con scrutinio segreto. Il testo fu approvato con 334 voti favorevoli e 61 contrari. 

Poco dopo, il 9 giugno, Letta si dimise dall’incarico di parlamentare, in dissenso con l’atteggiamento generale della politica italiana del tempo: «La mia non è una resa, faccio un passo di lato perché credo non abbiamo ascoltato il messaggio dei cittadini che hanno detto basta con politica fatta da gente che non fa altro, non ha un mestiere», aveva dichiarato. In seguito, la Corte Costituzionale ha giudicato l’Italicum parzialmente incostituzionale, rendendo necessaria l’approvazione di una nuova legge, ossia il Rosatellum.

Letta tornò in Parlamento, come deputato del Pd, solo il 6 ottobre 2021, dopo aver vinto le elezioni suppletive nel collegio uninominale di Siena. Considerando che l’attuale legge elettorale, il Rosatellum, è stata approvata nel 2017, Letta all’epoca non sedeva in Parlamento e quindi non ha potuto votare il testo.

Il verdetto

Il 3 agosto, ospite a La corsa al voto su La7, il segretario del Pd Enrico Letta ha detto che non era presente in Parlamento quando è stata votata l’attuale legge elettorale, il Rosatellum, e di non aver «votato la fiducia» sulla legge elettorale precedente, l’Italicum.

Entrambe le affermazioni sono corrette: il Rosatellum è stato approvato nell’ottobre del 2017, quando Letta non ricopriva incarichi parlamentari, mentre nel 2015 il segretario non aveva partecipato ai primi tre voti di fiducia posti alla Camera per l’approvazione dell’Italicum. Letta ha invece partecipato al voto finale sul testo della legge, svoltosi a scrutinio segreto, per poi dimettersi poco dopo. 

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