Come ogni anno, poco prima della pausa natalizia, in Parlamento si inizia il consueto tour de force per l’approvazione della Legge di Stabilità. Una discussione che spesso e volentieri fa fare le ore piccole ai nostri deputati e senatori. Anche quest’anno le cose sono andate così e non sono mancate le polemiche. In particolare, il presidente del Consiglio Renzi ha accusato i deputati Cinque Stelle di fare una debole opposizione – principalmente in tv – e di essere assenti in Aula al momento della discussione. A tali accuse il M5S ha risposto dandogli del “bugiardo”. Dov’è la verità?
I dati del voto
La prima imprecisione di Renzi riguarda l’ora dell’approvazione finale. Dal resoconto stenografico, subito dopo la votazione, l’Aula ha interrotto i lavori per una ventina di minuti, prima di andare avanti con la discussione. Una pausa che è andata dalle 2:40 alle 3:05, e quindi, evidentemente, la Legge di Stabilità è stata votata leggermente prima di quanto detto dal Premier (2:58).
Il secondo punto riguarda chi in parlamento c’era e chi non c’era. I deputati assenti erano 187, ossia il 29,73%. A differenza di quello che sostiene Renzi, i Cinque Stelle erano presenti, non tutti, ma erano presenti. Dei 91 membri del gruppo a Montecitorio, in 39 erano assenti, 2 in missione e 50 presenti alla votazione (schierandosi chiaramente contro).
Come possiamo vedere dal grafico in alto riportato, il 42,86% del gruppo pentastellato alla Camera non ha partecipato al voto, percentuale ben al di sopra del dato medio relativo alle assenza complessive in Aula durante la votazione. I più “lavativi” sono stati, nell’ordine, Forza Italia (77,78% di assenti), Fratelli d’Italia (75%) e Gruppo Misto (61,29%). Molto più bassa la percentuale all’interno del Pd (comprensibilmente) con soli 20 deputati assenti non giustificati (6,64%).
Il verdetto
L’affermazione secondo cui i deputati a Cinque Stelle sarebbero stati assenti durante la votazione alla Legge di Stabilità è falsa. Va comunque sottolineato che quasi metà del gruppo non ha partecipato alla votazione, con una percentuale di assenze ben al di sopra della media alla Camera. “Pinocchio Andante” per Renzi.