Il 3 settembre 2019, gli iscritti al Movimento 5 stelle hanno approvato sulla piattaforma Rousseau la possibilità di formare un nuovo governo con il Partito democratico.
Lo stesso giorno, il presidente della Casaleggio Associati e dell’Associazione Rousseau Davide Casaleggio ha detto ai giornalisti che «alle 13:19 di oggi abbiamo superato le 56.127 votazioni da parte degli iscritti, che era l’attuale record mondiale di partecipazione online a una votazione politica».
Al termine della votazione (ore 18), secondo i dati forniti dal movimento stesso, i votanti complessivi sono stati 79.364, su 117.194 aventi diritto di voto. I sì hanno vinto con il 79,3 per cento (63.146 voti) contro il 20,7 per cento dei no (16.488).
Ma ha ragione Casaleggio a rivendicare il primato mondiale nella votazione online su Rousseau, in base ai numeri pubblicati dal M5s? Abbiamo verificato.
Che cos’è e come funziona Rousseau
Secondo quanto si legge sullo stesso sito, «Rousseau è la piattaforma di democrazia diretta del Movimento 5 stelle». In concreto, si tratta di un sito Internet (online ufficialmente da aprile 2016) la cui iscrizione comporta l’iscrizione anche al M5s e l’accesso a una quindicina di funzioni per partecipare attivamente alla vita del movimento.
La piattaforma è gestita da un’associazione privata, l’Associazione Rousseau (e non direttamente dal M5s).
Negli anni, Rousseau è stata accusata di scarsa trasparenza nella gestione e nella garanzia sulla regolarità delle votazioni. Ad aprile 2019, il Garante per la protezione dei dati personali ha infatti multato di 50 mila euro l’associazione per alcuni problemi di privacy riscontrati sulla piattaforma.
Il precedente record
Come abbiamo verificato in un nostro fact-checking, il precedente record mondiale a cui fa riferimento Casaleggio era stato stabilito dallo stesso M5s il 30 maggio 2019, quando Luigi Di Maio era stato riconfermato capo politico del movimento con circa l’80 per cento dei voti su un totale di 56.127. Anche in questo caso, i dati erano stati forniti dal movimento stesso.
Il primato è vero però se si considerano due condizioni: la prima è circoscrivere la competizione alle sole forze politiche (e non a Stati o altri enti istituzionali); la seconda è considerare solo le votazioni che si sono svolte nell’arco di un giorno (come quella del 3 settembre o del 30 maggio su Rousseau).
Se viene meno una di queste due condizioni, il record rivendicato da Casaleggio non è più un primato mondiale. Vediamo perché.
Podemos e l’Estonia
Nella settimana tra il 4 e l’11 febbraio 2017, il partito spagnolo di sinistra Podemos ha indetto una votazione online per far decidere via internet agli iscritti la composizione della direzione del partito.
Nella consultazione, Pablo Iglesias aveva vinto il congresso con l’89 per cento delle preferenze (circa 128 mila) su un totale di 155.275 votanti. Un numero quasi tre volte maggiore rispetto al record di 56.127 citato da Casaleggio (e circa il doppio rispetto ai 79.364 votanti finali), ma in questo caso ottenuto nell’arco di più giorni.
Se allarghiamo lo sguardo a votazioni avvenute per interi Paesi, il record cambia.
Dal 2005, infatti, l’Estonia – come spiega il sito ufficiale delle elezioni del Paese baltico – ha iniziato a usare il voto online (i-Voting), oggi utilizzato per le elezioni politiche e non solo.
Alle elezioni europee di maggio 2019, per esempio, hanno votato via Internet 155.521 (su 332.859 votanti totali), mentre alle parlamentari di marzo 2019 gli elettori online sono stati 247.232 (su 565.045 totali).
Il verdetto
Secondo Davide Casaleggio, la votazione su Rousseau del 3 settembre per confermare il nuovo governo Pd-M5s ha superato il «precedente record mondiale di partecipazione online a una votazione politica».
Gli oltre 56.127 voti registrati intorno alle ore 13 in effetti sono un primato (salito a 79.364 a fine votazione), se si circoscrive l’ambito a consultazioni organizzate in un solo giorno e da forze politiche. Ad oggi però – come abbiamo spiegato in un precedente fact-checking – in questo speciale campionato il M5s gareggia da solo.
Nel 2017, una votazione online del partito spagnolo Podemos ha coinvolto oltre 155 mila iscritti, ma nell’arco di più giorni. Nelle ultime due elezioni tenutesi in Estonia nel 2019, i cittadini coinvolti nel voto via Internet sono stati molti di più rispetto a quelli del M5s. In questo caso si tratta di uno Stato e non di una singola forza politica, anche se un’elezione rientra sicuramente tra le “votazioni politiche”.
In breve, Casaleggio fa un’affermazione troppo generale: il record esiste solo in una categoria molto specifica. “Nì” per lui.
«Finalmente un primato per Giorgia Meloni, se pur triste: in due anni la presidente del Consiglio ha chiesto ben 73 voti di fiducia, quasi 3 al mese, più di qualsiasi altro governo, più di ogni esecutivo tecnico»
7 dicembre 2024
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