Il 2 novembre la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha criticato sui social il governo Draghi, colpevole – a detta sua – di continuare a spendere soldi per Immuni, l’app per il tracciamento digitale dei contatti dei positivi al coronavirus che dall’estate 2020 ha raccolto risultati parecchio deludenti (a giugno abbiamo pubblicato un approfondimento su Immuni e sul perché del suo fallimento per Italian Tech).

Secondo Meloni, nonostante Fratelli d’Italia denunci da tempo il «fallimento completo di Immuni», di recente il governo avrebbe investito altri «220 mila euro per i servizi di assistenza dell’applicazione». «Immuni sta diventando per caso l’ennesimo sistema mangiasoldi sulle spalle dei cittadini?», si è chiesta in tono critico la presidente di Fratelli d’Italia, che a supporto della sua dichiarazione ha citato un articolo uscito il 2 novembre sul settimanale The Post Internazionale.

Abbiamo verificato e Meloni fa un po’ di confusione: lo stanziamento citato è di tre mesi fa e non riguarda il servizio di assistenza per il tracciamento dei contatti, ma il supporto per la funzionalità legata al green pass.

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Di quali soldi stiamo parlando

Secondo The Post Internazionale, lo stanziamento di «220 mila euro» per la app Immuni è stato fatto «negli ultimi giorni» dal Dipartimento per la trasformazione digitale, una struttura del governo a supporto del Ministero per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale. Per avere chiarimenti in merito, abbiamo contattato il dipartimento, che ci ha indicato la fonte del dato.

Il 14 ottobre è stato pubblicato nella sezione “Amministrazione trasparente” del sito del governo un contratto sottoscritto il 31 luglio dal Dipartimento per la trasformazione digitale e il “Consorzio Leonardo Servizi e Lavori”, attivo tra le altre cose nel settore dei servizi clienti.

L’accordo, valido dal 1° agosto al 30 settembre, riguarda l’affidamento dei servizi di assistenza della app Immuni, per un valore massimo di 226 mila euro (Iva esclusa). Il contratto – spiega il testo dell’intesa – va a integrare un precedente accordo da quasi 220 mila euro, siglato il 14 giugno sempre con “Consorzio Leonardo Servizi e Lavori”, per supportare l’assistenza della nuova funzionalità della app Immuni, su cui da giugno è possibile scaricare e conservare il green pass.

Ricordiamo, come si legge anche il contratto sottoscritto a luglio, che con il decreto-legge n. 105 del 23 luglio 2021 il governo ha stanziato (art. 12) un milione di euro per il servizio di assistenza tecnica per l’acquisizione del green pass.

Sul sito del governo c’è poi un altro contratto da 230 mila euro circa, siglato a marzo 2021 con “Consorzio Leonardo Servizi e Lavori”, sempre relativo ai servizi di call center della app Immuni. In questo caso i servizi in questione non sono relativi alla funzione legata al green pass – all’epoca non ancora esistente – ma alla segnalazione della positività ai contatti stretti, rilevati con l’applicazione. Come abbiamo spiegato, la segnalazione della positività è stato uno degli elementi di maggiore debolezza dell’applicazione, rendendola di fatto poco utile al contrasto dell’epidemia.

Ricapitolando: lo stanziamento di «220 mila euro» per Immuni di cui parla Meloni fa riferimento a un contratto siglato a luglio – valido per agosto e settembre – per l’assistenza ai servizi legati al green pass. Sono stati soldi ben spesi? Difficile dirlo, senza entrare in giudizi soggettivi.

In base ai dati ufficiali, al 2 novembre sulla app Immuni erano stati scaricati oltre 10 milioni di green pass, un decimo di quelli scaricati sulla app Io, lo strumento più utilizzato per ottenere il green pass. Per come si guardino questi numeri, resta fuorviante – come fa Meloni – criticare lo stanziamento per l’assistenza sul green pass con gli scarsi risultati raccolti in passato da Immuni sul tracciamento dei contatti.

Oggi i servizi di assistenza per Immuni sul green pass non sembrano più avere il supporto del governo. Il 12 ottobre un decreto del presidente del Consiglio ha infatti modificato un precedente Dpcm di luglio, eliminando il call center di Immuni dai servizi per l’assistenza sul green pass.

Al momento della pubblicazione di questo articolo, sul sito ufficiale di Immuni il numero verde 800.91.24.91 è indicato esplicitamente per la «segnalazione della positività», mentre prima della fine di settembre questa indicazione non c’era. Abbiamo più volte chiamato il numero verde per capire se offre ancora assistenza sul green pass, senza però riuscire a metterci in contatto con un operatore.

Il verdetto

Secondo Giorgia Meloni, nonostante il fallimento di Immuni, il governo «sembra perseverare investendo ulteriori 220 mila euro per i servizi di assistenza dell’applicazione Immuni». Abbiamo verificato e la presidente di Fratelli d’Italia fa un po’ di confusione.

La cifra in questione fa riferimento a un contratto siglato dal Dipartimento per la trasformazione digitale oltre tre mesi fa, a fine luglio e con validità da agosto a settembre, per i servizi di assistenza per le nuove funzionalità di Immuni sul green pass.

Le risorse stanziate dunque non hanno a che fare con il sistema di tracciamento dei contatti vero e proprio, quello che ha mostrato i limiti maggiori nei mesi scorsi.

In ogni caso, sembra che il governo abbia deciso di dismettere i servizi di assistenza per il green pass su Immuni, mentre rimangono in piedi quelli per la segnalazione della positività.

In conclusione Meloni si merita un “Nì”.