Il 28 luglio il presidente di centrodestra della Regione Liguria Giovanni Toti (fondatore del movimento politico Cambiamo!) ha parlato su Twitter e su Facebook dei dati sul turismo del «dopo il covid», scrivendo che «le prenotazioni effettuate nella nostra regione rispetto al 2019 sono quasi centuplicate (+4.600 per cento)».

È davvero così? No, Toti ha detto una “Panzana pazzesca”. Vediamo nel dettaglio il perché.

Da dove viene il dato

Come fonte della sua affermazione, il presidente della Regione Liguria ha citato «i dati raccolti da Belvilla, uno dei maggiori player europei specializzati».

Belvilla è un’organizzazione attiva in Europa nel settore delle case vacanze. Sulla sua piattaforma online è possibile mettere in affitto o affittare per brevi periodi un alloggio in diversi Paesi europei, tra cui l’Italia, dove sono disponibili circa 3.200 case vacanze.

Il 15 luglio Belvilla ha pubblicato un comunicato stampa – ripreso nei giorni successivi, tra gli altri, anche dall’agenzia stampa Adnkronos e dall’emittente genovese Primocanale – dove sono riportati alcuni dati sulle prenotazioni relative esclusivamente alla loro piattaforma.

«Le prenotazioni effettuate esclusivamente presso destinazioni italiane sono aumentate del +600 per cento nel mese di giugno, rispetto a questo stesso periodo nel 2019», si legge nel comunicato stampa. «Nel caso della Liguria le prenotazioni effettuate rispetto al 2019 sono quasi centuplicate, con un incremento percentuale del +4.600 per cento».

Il comunicato di Belvilla è dunque la fonte della dichiarazione di Toti, su cui sono necessarie almeno tre osservazioni.

Gli errori di Toti

Prenotazioni su Belvilla a giugno, non prenotazioni in generale

In primo luogo, come abbiamo già anticipato, non stiamo parlando di «prenotazioni» turistiche in generale in Liguria – come lascia intendere il presidente della regione – ma di prenotazioni effettuate nel mese di giugno per le case vacanze su Belvilla. Restano ovviamente escluse moltissime altre modalità turistiche, come le strutture alberghiere, per fare un solo esempio.

Per di più, in base a quanto dice il comunicato, si sta parlando di prenotazioni di «italiani», quindi un sottoinsieme dei turisti in generale.

Non è però possibile sapere, in valore assoluto, a che numeri faccia riferimento Belvilla: nel comunicato – che, ricordiamo, ha come autore e fonte dei dati Belvilla stessa – sono solo contenuti gli aumenti percentuali. Abbiamo contattato la società per avere numeri più precisi e siamo in attesa di risposta.

Secondo i dati più aggiornati, sulla piattaforma di Belvilla le case vacanze in Liguria sono comunque circa 170, un numero estremamente piccolo in confronto alle infrastrutture turistiche della regione.

«+4.600 per cento» non significa «centuplicate»

In secondo luogo, un «+4.600 per cento» di aumento registrato da Belvilla in Liguria non corrisponde a prenotazioni «quasi centuplicate».

Un numero che cresce di cento volte registra infatti un aumento del +9.900 per cento: la percentuale indicata da Belvilla, e ripresa da Toti, è inferiore alla metà, e corrisponde a un aumento di circa 47 volte.

Per quantificare e contestualizzare meglio la portata dell’aumento, è necessario, come abbiamo detto prima, avere poi i dati in valore assoluto, ma questi al momento non sono disponibili.

Per avere un ordine di grandezza, possiamo vedere i dati sui flussi turistici in Liguria relativi all’anno scorso.

Quanti erano i turisti in Liguria a giugno 2019

Secondo i dati dell’Osservatorio turistico regionale della Regione Liguria, a giugno 2019 i turisti arrivati in Liguria erano stati in totale circa 653 mila, di cui quasi 370 mila italiani. Le presenze – ossia le notti trascorse dai turisti in Liguria – erano state in quel mese nel complesso quasi un milione e 927 mila, con circa un milione e 128 mila italiani.

I dati ufficiali della Regione Liguria per il 2020 arrivano solo ad aprile 2020, ma se effettivamente le «prenotazioni» fossero «quasi centuplicate», come ha scritto Toti, vorrebbe dire che, sulla base dei dati dell’anno scorso, a giugno 2020 si sarebbe assistito a un afflusso impossibile di turisti, sull’ordine di grandezza delle decine di milioni.

Alcune previsioni smentiscono poi l’entusiasmo mostrato sui social dal presidente della Regione Liguria.

In base alle stime presentate il 14 luglio scorso a Genova dal think tank Ambrosetti, a causa della crisi nel 2019 la Liguria registrerà un calo del Pil del 8,7 per cento, con il settore del turismo tra i più colpiti.

Il verdetto

Secondo Giovanni Toti, le «prenotazioni» turistiche in Liguria «rispetto al 2019 sono quasi centuplicate», registrando un «+4.600 per cento». Questa dichiarazione contiene una serie di errori.

Innanzitutto, la frase di Toti – che sembra riferirsi a tutte le prenotazioni in generale – ha come fonte un comunicato stampa di una società attiva nel settore delle case vacanze. Secondo Belvilla, infatti, le prenotazioni degli italiani nel mese di giugno 2020 sulla sua piattaforma per case vacanze – quindi non strutture alberghiere – in Liguria sono «quasi centuplicate», ma non si conoscono i valori assoluti di partenza. Stiamo comunque parlando di un piccolo sottoinsieme del settore turistico.

In secondo luogo, un «quasi centuplicate» non corrisponde a un «+4.600 per cento», ma semmai a un +9.900 per cento.

Infine, al di là del comunicato di Belvilla, se si prendono i dati sugli arrivi e sulle presenze dei turisti italiani, e non, in Liguria relativi al mese di giugno 2019, si scopre che, se si fossero davvero «centuplicati», avrebbero raggiunto ora numeri impossibili.

In conclusione, Toti si merita una “Panzana pazzesca”.