Il 2 febbraio 2020, il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti ha pubblicato su Facebook un’immagine con la scritta: «Lo Spallanzani di Roma isola il virus del #coronavirus: primi in Europa. Grazie alla ricerca e alla sanità del Lazio».

Ma è davvero così? Abbiamo verificato.

Di che cosa stiamo parlando

Lo stesso giorno del post di Zingaretti, il 2 febbraio, l’Istituto nazionale malattie infettive (Inmi) “Lazzaro Spallanzani” di Roma ha pubblicato sul suo sito ufficiale un comunicato stampa, intitolato “Isolato presso il laboratorio di Virologia dell’Inmi il nuovo coronavirus”.

Secondo i dati più aggiornati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), al 2 febbraio 2020 il nuovo coronavirus 2019-nCoV ha contagiato quasi 14.600 persone, con oltre 300 morti. Solo un decesso è avvenuto fuori dalla Cina, nelle Filippine.

Tra i casi di contagio confermati, ce ne sono due anche in Italia, ricoverati proprio all’Inmi. «I virologi dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, a meno di 48 ore dalla diagnosi di positività per i primi due pazienti in Italia, sono riusciti, primi in Europa, ad isolare il virus responsabile dell’infezione», si legge nel comunicato dell’Inmi (corsivo nostro).

Ma davvero l’isolamento fatto allo Spallanzani è un primato in Europa, come scritto dallo stesso istituto nel suo comunicato? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Gli altri Paesi che hanno isolato il coronavirus

Nelle ultime ore, l’ipotetico primato è stato smentito direttamente da Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), e indirettamente anche da Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di Virologia dell’Inmi di Roma.

«L’isolamento virale, effettuato anche in Italia dallo Spallanzani, permette di sequenziare il virus e confrontarlo con i ceppi già isolati anche in Cina e al di fuori della Cina in Paesi come Francia e Australia per valutare eventuali mutazioni», ha detto nella conferenza stampa del 2 febbraio Rezza dell’Iss. In Europa la Francia (dove al 2 febbraio 2020, dati Oms, i contagiati erano sei) sarebbe dunque arrivata prima dell’Italia.

Capobianchi invece, intervistata il 2 febbraio da La Repubblica, ha dichiarato che «siamo tra i primi al mondo, tra i primi 4 o 5, che hanno ottenuto l’isolamento del virus», senza rivendicare dunque il primato europeo.

Due giorni prima dell’annuncio dello Spallanzani, il 31 gennaio, l’Istituto Pasteur di Parigi aveva infatti annunciato di aver isolato il nuovo coronavirus dai primi casi di contagio nel Paese, dopo averne sequenziato in precedenza l’intero genoma (in questo rivendicato come un primato europeo).

«Gli scienziati del nostro istituto – si legge in un comunicato dell’Istituto Pasteur – hanno ora accesso al virus responsabile dell’infezione». L’Istituto Pasteur non rivendicava primati temporali.

Che cosa vuol dire “isolare” un virus

Ma che cosa vuol dire “isolare” un virus? I campioni di coronavirus ottenuti con l’isolamento in laboratorio, come sottolineato da Nature e da Capobianchi a La Repubblica, sono indispensabili per studiare il virus più in profondità e iniziare a «valutare l’efficacia dei farmaci sperimentali».

Ad oggi, tra i Paesi che hanno ottenuto con successo l’isolamento del virus (oltre Italia e Francia) ci sono la Cina (prima in assoluto), il Giappone e l’Australia.

L’Italia è stato il primo Paese europeo a condividere su GenBank – una piattaforma open access usata dalla comunità scientifica in tutto il mondo – le sequenze parziali dei nucleotidi che compongono il coronavirus isolato nei due pazienti all’Inmi di Roma (e chiamato «2019 nCoV/Italy-INMI1»). L’Istituto Pasteur, che come abbiamo visto aveva annunciato di aver isolato il virus due giorni prima, ha invece condiviso le sue sequenze su un’altra piattaforma, il Global initiative on sharing all influenza data (Gisaid).

Abbiamo contattato l’Inmi di Roma per avere un commento sulla vicenda, ma siamo ancora in attesa di risposta.

A margine: come ha spiegato la rivista scientifica Nature in un articolo del 31 gennaio 2020, isolare il virus è un procedimento diverso a sequenziarlo: le sequenze genomiche riguardano le basi nucleotidiche che compongono il coronavirus e la loro comprensione è fondamentale, tra le altre cose, per sviluppare i primi test diagnostici.

Il verdetto

Nicola Zingaretti ha contribuito a diffondere la notizia che l’Italia sia il primo Paese in Europa ad avere isolato in laboratorio il nuovo coronavirus, presso l’Istituto nazionale malattie infettive (Inmi) “Lazzaro Spallanzani” di Roma. In realtà già il 31 gennaio l’Istituto Pasteur, in Francia, aveva annunciato di aver isolato con successo il nuovo coronavirus, anticipando di un paio di giorno il nostro Paese.

Altri Paesi al mondo che sono riusciti a isolare il virus sono stati la Cina, il Giappone e l’Australia. In conclusione, Zingaretti si merita un “Nì”.