Il 23 ottobre 2019, il senatore di Italia Viva Matteo Renzi ha commentato su Facebook «una proposta molto interessante» del leader della Lega Matteo Salvini (il cui nome non viene mai nominato nel post).

Secondo Renzi, l’ex ministro della Lega – ospite ad Agorà su Rai 3 – «ha detto: “Facciamo come in Belgio. Lo Stato ti manda a casa la dichiarazione dei redditi e tu semmai la correggi. Perché non possiamo farlo anche noi?”».

L’ex presidente del Consiglio ha scritto che questa è una «bellissima idea», ma che «in Italia questa possibilità c’è già, dal 2015, grazie a una scelta del nostro governo. E riguarda 20 milioni di italiani».

Ma è davvero così? Abbiamo verificato.

Le parole di Salvini

La parafrasi delle parole di Salvini fatta da Renzi è corretta.

Ospite ad Agorà, il leader della Lega ha infatti dichiarato (min. -17:46): «In Belgio, dove paghi tante tasse, la dichiarazione dei redditi te la mandano a casa. È lo Stato che ti manda a casa la tua dichiarazione e tu puoi dire: “È giusta, la firmo” oppure “Non è giusta, fammi due correzioni”. E quindi ti semplifica la vita. In Italia ormai devi andare in giro con il trolley dal commercialista per fare la dichiarazione dei redditi».

Curiosità: Salvini ha detto la stessa cosa poche ore prima, il 22 ottobre, ospite a Porta a Porta su Rai1. «In Belgio, dove la tassazione è alta, la dichiarazione dei redditi ti arriva a casa», ha commentato (min. -12:31) l’ex ministro. «Lo Stato ti manda a casa la tua dichiarazione dei redditi e tu la leggi: se ti va bene, a posto e finita lì, hai chiuso. Pensa se in Italia ci fosse un servizio del genere».

Come vedremo tra poco, un servizio simile nel nostro Paese esiste già. Ma vediamo prima come stanno le cose in Belgio (che secondo i dati Ocse, nel 2017 era il terzo Stato membro Ue per pressione fiscale, dietro a Francia (46,2 per cento) e a Danimarca (46 per cento)).

La dichiarazione dei redditi in Belgio

Come spiega il sito ufficiale dei servizi dell’amministrazione pubblica in Belgio, esistono quattro modalità con cui un contribuente belga può presentare ogni anno la propria dichiarazione dei redditi personale.

Una di queste è la modalità di compilazione online, definita come «facile e veloce». Sul portale Tax-on-web del Ministero delle Finanze belga, è infatti possibile accedere a una proposta di dichiarazione semplificata, dove sono già stati precompilati i dati da inserire nei documenti, sulla base delle informazioni in possesso del fisco.

Per accedere al sito – spiega una guida del Ministero delle Finanze belga – è necessario essere in possesso di uno speciale Pin che attesti l’identità del contribuente. Una volta consultata la dichiarazione precompilata, è possibile modificare i dati presenti. Se invece si è d’accordo con i dati presenti, non si deve «fare nulla», come spiega una delle domande e risposte utili sul sito del Ministero.

In generale, ricevono una proposta di dichiarazione semplificata – volendo anche in modalità cartacea, direttamente a casa, da rimandare con le eventuali correzioni – i lavoratori dipendenti che percepiscono uno stipendio, i pensionati, o chi riceve assegni di invalidità o di disoccupazione.

La dichiarazione precompilata in Italia

Un sistema simile, come dice correttamente Renzi, esiste anche in Italia.

Come spiega il sito dell’Agenzia dell’Entrate, ai lavoratori dipendenti e pensionati (ma non solo: qui un elenco dettagliato delle categorie interessate) viene a messa a disposizione una dichiarazione dei redditi precompilata «con diversi dati già inseriti: dalle spese sanitarie a quelle universitarie; dalle spese funebri ai premi assicurativi, dai contributi previdenziali ai bonifici per interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, e altro ancora».

Esistono però alcune tipologie di reddito che non sono inserite nella dichiarazione precompilata, perché l’Agenzia delle Entrate non possiede queste informazioni al momento dell’elaborazione della dichiarazione. Per esempio, nella precompilata non ci sono i redditi che derivano da pensioni estere e i redditi di lavoro dipendente prestato all’estero.

Per accedere al modello 730 precompilato è necessario essere dotati delle credenziali Spid (il Sistema pubblico dell’identità digitale per accedere ai servizi della Pubblica amministrazione) oppure quelle rilasciate dall’Agenzia delle Entrate o dall’Inps.

Oltre al 730, è disponibile anche il modello Redditi persone fisiche precompilato, che può essere inviato dai lavoratori autonomi.

«Chi accetta online il 730 precompilato senza apportare modifiche non dovrà più esibire le ricevute che attestano oneri detraibili e deducibili e non sarà sottoposto a controlli documentali», spiega l’Agenzia delle Entrate. Altrimenti, prima dell’invio, è possibile modificare la dichiarazione, inserendo ulteriori spese detraibili o altri redditi.

Chi ha introdotto la precompilata

La dichiarazione dei redditi precompilata è stata introdotta dal governo Renzi a novembre 2014, con il decreto legislativo n. 175, intitolato “Semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata”.

L’articolo 1 recita che «a decorrere dal 2015, in via sperimentale, l’Agenzia delle Entrate, utilizzando le informazioni disponibili in Anagrafe tributaria, i dati trasmessi da parte di soggetti terzi e i dati contenuti nelle certificazioni […] rende disponibile telematicamente, entro il 15 aprile di ciascun anno, ai titolari di redditi di lavoro dipendente e assimilati […] la dichiarazione precompilata relativa ai redditi prodotti nell’anno precedente, che può essere accettata o modificata».

Con gli anni, la dichiarazione precompilata ha raccolto nuovi dati, contenendo oneri e spese prima non automaticamente già presenti. Per esempio, spiega l’Agenzia delle Entrate, l’edizione 2019 del 730 precompilato contiene, tra le novità, le spese per il cosiddetto “bonus verde”, ossia la detrazione Irpef per interventi di sistemazione di giardini e di balconi.

Inoltre, da quest’anno è stato ampliato lo strumento della “compilazione assistita” (introdotta nel 2018) che per gli oneri detraibili o deducibili permette di scegliere «una modalità di compilazione guidata e semplificata che, partendo dalle spese presenti nel foglio informativo, ti permette di inserire nuovi documenti di spesa oppure modificare, integrare o cancellare i dati delle spese già precompilate».

Quanti sono i beneficiari

Come abbiamo visto, i beneficiari in senso stretto del 730 precompilato sono i lavoratori dipendenti e i pensionati, anche se possono accedere a questa forma di dichiarazione altre tipologie più specifiche di contribuenti (per esempio, lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato per un periodo inferiore all’anno; persone che percepiscono indennità sostitutive di reddito di lavoro dipendente; persone impegnate in lavori socialmente utili).

In totale, la dichiarazione precompilata è a disposizione di «20 milioni» di persone, come dice Renzi? Se si guarda al lancio dell’iniziativa, il dato è corretto. In un comunicato del 20 aprile 2015, infatti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva annunciato che «sono 20.442.683 gli italiani per i quali l’Agenzia ha predisposto il 730 precompilato». Un dato in linea con quelli pubblicati nelle elaborazioni del Sole 24 Ore ad aprile 2019 e relativi alle dichiarazioni di quest’anno.

Se si considerano anche i modelli precompilati per i Redditi persone fisiche, il numero dei modelli messi online cresce di 10 milioni: «Circa 30 milioni di contribuenti possono usare la dichiarazione precompilata», spiega il sito dedicato dell’Agenzia delle Entrate.

Nel 2017 (ultimo dato disponibile) secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il numero di contribuenti che aveva fatto la dichiarazione dei redditi con il 730 era di oltre 20,7 milioni.

Ma quanti effettivamente usano la precompilata senza passare da un commercialista o da un Caf? «L’obiettivo che il Fisco si è dato per la campagna 2019 è arrivare a 3 milioni di invii fai-da-te», spiegaIl Sole 24 Ore. «Di fatto, le Entrate puntano a ricevere dai cittadini il 14 per cento dei 730. Percentuale che corrisponde a 2,9 milioni di modelli, cui andranno aggiunti gli invii diretti di Redditi Pf (circa 140mila lo scorso anno)».

Il verdetto

Ospite a Porta a Porta ed Agorà, il leader della Lega Matteo Salvini ha elogiato la dichiarazione dei redditi precompilata presente in Belgio, chiedendosi: «Pensa se in Italia ci fosse un servizio del genere».

L’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi gli ha ricordato su Facebook che nel nostro Paese uno strumento simile esiste già, che è stato introdotto dal suo governo e interessa circa 20 milioni di contribuenti.

Abbiamo verificato e il senatore di Italia Viva ha ragione: la dichiarazione precompilata in Italia è stata introdotta con un decreto del 2014 dall’allora governo Renzi ed è a disposizione di oltre 20 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati (circa 30 milioni se si considerano anche i lavoratori autonomi che utilizzano il modello Redditi persone fisiche).

In conclusione, Renzi si merita un “Vero”.