Il 24 giugno, il senatore del Partito democratico Francesco Bonifazi ha commentato su Facebook la spesa in carburante degli italiani.

Secondo Bonifazi, tra gennaio e maggio 2019 «gli italiani hanno speso 23,6 miliardi di euro in carburante, di cui 14,4 sono andati al fisco» registrando un «+1,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018». Il senatore del Pd si è poi ironicamente chiesto che fine avesse fatto la promessa del governo di tagliare le accise.

Ma davvero spendiamo queste cifre in carburante? Quali sono stati i cambiamenti introdotti da Lega e Movimento 5 stelle? Abbiamo verificato.

La spesa in carburante nel 2018 e nel 2019

Le cifre riportate da Bonifazi provengono dal dossier mensile curato dal Centro Studi Promotor – un ente indipendente che si occupa di realizzare ricerche specializzate sul mercato delle automobili –che elabora i dati forniti dal ministero dello Sviluppo economico. Il documento è stato pubblicato a giugno 2019.

Le cifre di questo rapporto sono in linea con quelle citate da Bonifazi.

Nei primi cinque mesi del 2019 le famiglie e imprese italiane hanno speso 23,6 miliardi in benzina e gasolio, in aumento dell’1,4 per cento rispetto a quanto speso nei primi cinque mesi del 2018.

Secondo il Centro Studi Promotor, nonostante la riduzione dei consumi (-0,3 per cento, oltre 50 milioni di litri di carburante acquistato in meno) e del prezzo ponderato della benzina (-0,8 per cento), la spesa per il carburante è aumentata spinta soprattutto dall’incremento del prezzo ponderato del gasolio (+2,6 per cento).

Dunque, pur rimanendo invariato il valore delle accise e nonostante un acquisto di meno litri di carburante, gli italiani hanno speso in media di più rispetto allo stesso periodo di un anno prima, soprattutto a causa dell’aumento del prezzo del gasolio.

Sì, 14,4 miliardi «sono andati al fisco»

Lo stesso dossier riporta anche il dato relativo al fisco.

Secondo il Centro Studi Promotor, infatti, il «forte prelievo fiscale» che caratterizza il settore dei carburanti «ha portato nelle casse dello Stato ben 14,4 miliardi», nei soli primi cinque mesi del 2019. Ricordiamo che in questa cifra sono comprese – come mostrano i grafici forniti dalMinistero dello Sviluppo economico – sia le accise che l’Iva.

Si tratta di circa il 61 per cento della spesa complessiva per l’acquisto di benzina e gasolio, quindi ogni 10 euro spesi in benzina circa sei sono destinati alle casse dello Stato.

Inoltre, nei primi cinque mesi del 2019 (in linea con quanto accaduto negli anni precedenti) la spesa legata all’acquisto di carburante è stata per gli italiani il costo più elevato all’interno del settore “auto”, superiore alla spesa per l’acquisto delle stesse autovetture.

E nel resto d’Europa?

Sia il prezzo della benzina che quello del gasolio in Italia sono tra i più alti in Europa.

Per quanto riguarda la benzina, ad esempio, al 17 giugno 2019 l’Italia ha registrato un prezzo medio pari a circa 1,60 euro al litro. Si paga di più solamente nei Paesi Bassi (1,65 euro al litro), in Danimarca (1,61 euro al litro) ed è nella nostra stessa situazione la Grecia (1,60 euro al litro).

Per i proprietari di macchine alimentate a diesel, la situazione non è migliore. Al 17 giugno 2019, secondo la Commissione europea, pagava più dell’Italia (1,49 euro al litro) solo il Regno Unito (1,50 euro al litro).

Guardiamo ora alle accise: siamo tra i più cari nell’Ue? Sembra proprio di sì.

Solo i Paesi Bassi hanno sulla benzina delle accise più alte delle nostre (circa 795 euro ogni mille litri contro i 728 euro dell’Italia). Per quanto riguarda il gasolio, in Italia si pagano 617 euro ogni mille litri; le accise sono più alte solo nel Regno Unito (649 euro ogni mille litri).

Le promesse del governo Conte

Ma davvero il governo Conte non ha fatto nulla come sostiene Bonifazi? Nel Contratto di governo, M5s e Lega hanno promesso di «eliminare le componenti anacronistiche delle accise sulla benzina».

Come abbiamo mostrato nel nostro progetto Traccia il Contratto, questo impegno è stato compresso, ossia l’esecutivo ha fatto il contrario rispetto alla parola data.

L’eliminazione delle accise sulla benzina è stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del leader della Lega Matteo Salvini (che peraltro le ha spesso – ed erroneamente – associate alla guerra di Etiopia del 1935: in realtà, come abbiamo spiegato in un nostro articolo, dal 1995 le singole accise sono state accorpate in un’unica imposta).

Con la legge di Bilancio 2019 il governo Conte ha sterilizzato l’aumento previsto delle accise sui carburanti, ereditato dagli anni precedenti, che doveva essere di 350 milioni di euro. Ma, sempre con la stessa legge di Bilancio per il 2019, l’esecutivo ha però incrementato per il futuro l’aumento delle accise sulla benzina e sul gasolio: se non si troveranno le risorse necessarie per sterilizzare le clausole di salvaguardia, dal 2020 le accise aumenteranno non di 350 milioni ma di 400 milioni di euro.

Quindi non solo le accise non sono state diminuite, ma il governo ha addirittura previsto un loro aumento l’anno prossimo.

Il verdetto

Il senatore del Pd Francesco Bonifazi ha detto che «nei primi 5 mesi del 2019 gli italiani hanno speso 23,6 miliardi di euro in carburante, di cui 14,4 sono andati al fisco», con un aumento dell’«1,4 per cento» rispetto ad un anno prima.

Bonifazi si è anche ironicamente chiesto che fine avesse fatto la promessa del governo di tagliare le accise.

Il senatore del Pd riporta dei dati corretti, in linea con l’ultimo dossier mensile condiviso dal Centro Studi Promotor e basato sulla rielaborazione dei dati forniti del ministero dello Sviluppo economico. Tra gennaio e maggio 2019 le famiglie e le imprese italiane hanno speso 23,6 miliardi (+1,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018) per fare rifornimento, di cui 14,4 miliardi di imposte. Principale causa di questo aumento – nonostante il calo dei consumi – è la crescita del prezzo del gasolio.

Per quanto riguarda la promessa fatta dal governo Conte relativa all’eliminazione di parte delle accise sulla benzina, la maggioranza con le decisioni prese con la legge di Bilancio 2019 sembra aver fatto l’esatto contrario di quanto promesso. Non solo le accise non sono state diminuite finora ma dal 2020, se le clausole di salvaguardia non verranno sterilizzate, aumenteranno rispetto al passato.

Francesco Bonifazi merita un “Vero”.