Il 7 giugno, in un post sulla pagina Facebook dei senatori del Partito democratico, il capogruppo Andrea Marcucci ha accusato di assenteismo in Europa il leader leghista Matteo Salvini.
Secondo Marcucci, il ministro dell’Interno sarebbe stato assente a sei riunioni su sette del Consiglio dell’Ue per gli Affari interni, nonostante in questi incontri si discuta di migranti e rimpatri, di cui parla sempre Salvini.
Ma che cosa sono queste riunioni? È vero che il leader leghista non vi ha (quasi) mai partecipato?
Abbiamo verificato e Marcucci ha ragione.
Di che cosa stiamo parlando
Insieme al Parlamento, il Consiglio dell’Unione Europea (o Consiglio dei ministri europei) è uno dei due principali organi decisionali dell’Ue.
Come spiega il suo sito ufficiale, il Consiglio si riunisce in dieci diverse formazioni, a seconda delle tematiche trattate. Alle sue riunioni partecipano i ministri competenti dei 28 Stati membri o – in loro assenza – i rispettivi sottosegretari o rappresentanti governativi.
Una delle formazioni del Consiglio è quella chiamata Giustizia e Affari interni (Gai), che si riunisce per discutere e votare, tra le altre cose, provvedimenti riguardanti l’immigrazione, la lotta al terrorismo e il contrasto alla criminalità organizzata. Per ogni Paese, il ministro competente è quello dell’Interno (o il rispettivo sottosegretario/rappresentante governativo).
Le assenze del ministro Salvini
Il Consiglio Gai si riunisce di norma ogni tre mesi.
Dal 1° giugno 2018, giorno in cui si è insediato il governo Conte, il calendario ufficiale del Consiglio Ue mostra che si sono tenute cinque riunioni formali (4-5 giugno 2018; 11-12 ottobre 2018; 6-7 dicembre 2018; 7-8 marzo 2019; 6-7 giugno 2019) e due informali (12-13 luglio 2018 e 6-8 febbraio 2019). Quest’ultime sono incontri tenuti per favorire il dibattito e far nascere intese fra i ministri competenti per gli Affari interni.
Il sito del Consiglio Ue pubblica soltanto le liste dei partecipanti agli incontri formali, mentre per quelli informali abbiamo fatto riferimento alle fonti stampa, raccogliendo in una tabella (qui consultabile) un riassunto di chi ha presenziato per l’Italia.
Nell’incontro formale del 4-5 giugno 2018 ha partecipato l’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue.
A tutti gli altri – eccetto uno – ha presenziato il sottosegretario dell’Interno Nicola Molteni (Lega). Il ministro dell’Interno Salvini ha infatti partecipato solamente all’incontro informale del 12 luglio a Innsbruck, in Austria.
Il leader leghista non è mai stato dunque presente ad alcuna riunione formale del Consiglio Gai e non ha quindi mai espresso – di persona – alcun voto in sede decisionale.
Allo stesso tempo, le posizioni e gli interessi del governo italiano erano sostenuti dal sottosegretario Molteni, membro a suo volta della Lega. Quindi, il fatto che il ministro non fosse presente non implica che le politiche del partito di Salvini relative all’immigrazione e ai rimpatri non siano state rappresentate in sede europea.
Che cosa fanno i colleghi europei
Per stabilire se il numero di assenze del ministro Salvini sia più o meno nella norma, abbiamo deciso di confrontarlo con quello dei suoi colleghi europei.
Se utilizziamo come termine di paragone gli incontri formali del Gai (quelli per cui abbiamo le liste ufficiali dei partecipanti), i 28 Paesi europei hanno fatto presenziare un ministro dell’Interno – o di altro dicastero collegato – in 3,3 casi su 5.
Tra i Paesi che non hanno fatto presenziare un ministro negli ultimi cinque incontri formali troviamo solamente Francia e Italia.
Anche i ministri di altri importanti partner come Germania (2 su 5) e Spagna (1 su 5), hanno partecipato meno frequentemente se paragonati ai rispettivi colleghi europei.
Quindi, sebbene il tasso di assenza di Salvini sia il più elevato, anche alcuni dei principali Stati membri sono soliti far presenziare un rappresentante governativo che non possiede il rango di ministro.
E Minniti?
Come si comportava invece Marco Minniti, il predecessore di Salvini al ministero dell’Interno?
Nei primi 7 incontri tenutosi dopo che Minniti è diventato ministro (ossia dal 12 dicembre 2016) l’attuale deputato del Pd è stato presente a tre delle sette riunioni svolte (una formale e due informali).
Minniti ha quindi presenziato a due incontri in più rispetto al suo successore Salvini.
Il verdetto
Il senatore del Pd Andrea Marcucci ha dichiarato che il ministro dell’Interno Matteo Salvini è stato assente a sei dei sette incontri del Consiglio dell’Ue nella formazione Affari interni, in cui si discute, tra le altre cose, di immigrazione.
Marcucci ha ragione: Salvini ha partecipato solo alla riunione informale di luglio 2018, con un tasso di assenza nelle riunioni formali pari al 100 per cento. Quello dei suoi colleghi europei è stato in media del 33,6 per cento. Tra i grandi Paesi europei, anche Francia (0 su 5), Spagna (1 su 5) e Germania (2 su 5) sono sotto la media.
Se paragoniamo Salvini al suo predecessore Minniti, scopriamo poi che l’ex ministro Pd aveva partecipato a tre dei sette incontri tenutisi dopo il suo insediamento: uno formale e due informali.
In conclusione, Salvini ha collezionato un numero molto elevato di assenze. Allo stesso tempo, ciò non implica che le posizioni della Lega e del governo italiano non fossero rappresentate in sede di Consiglio dell’Ue, dato che il sottosegretario Molteni è sempre stato presente (salvo che in un’occasione) alle riunioni tenutosi da quanto il governo è entrato in carica.
Marcucci si merita un “Vero”.
«Finalmente un primato per Giorgia Meloni, se pur triste: in due anni la presidente del Consiglio ha chiesto ben 73 voti di fiducia, quasi 3 al mese, più di qualsiasi altro governo, più di ogni esecutivo tecnico»
7 dicembre 2024
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