Il 7 marzo, Matteo Salvini ha rivendicato su Twitter un risultato ottenuto nel suo ruolo di ministro dell’Interno: l’assunzione di 8 mila nuove unità nelle forze dell’ordine.

Secondo i dati di un dossier della Camera sull’ultima legge di Bilancio, al 1° luglio 2018 si contavano tra le forze dell’ordine 303.635 unità, con una carenza organica di 24.622 unità. Il Contratto di governo – firmato da Lega e Movimento 5 stelle a maggio 2018 – indicava in due capitoli (“Difesa” e “Giustizia”) la necessità di fare fronte a questo problema, promettendo «un piano straordinario di assunzioni».

Ma ci sono state davvero le nuove assunzioni rivendicate da Salvini? Abbiamo verificato.

Le promesse passate

Già nell’estate scorsa era circolata la cifra delle «8 mila nuove assunzioni» citata da Salvini.

Il 2 agosto 2018, la ministra per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno aveva firmato un decreto per autorizzare l’assunzione di 7.975 unità di personale, tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili del fuoco. Il Ministero dell’Economia, però, non aveva controfirmato il provvedimento, in attesa di un’ulteriore verifica sulle risorse.

Nelle settimane successive erano arrivate le rassicurazioni del ministro dell’Interno Salvini, che il 30 settembre 2018 – in occasione della festa del cinquantesimo anniversario dell’Associazione nazionale polizia di Stato – aveva annunciato un piano straordinario di assunzioni nella polizia. Pochi giorni dopo, nella conferenza stampa di presentazione del Documento di economia e finanza, il leader della Lega aveva ripetuto la promessa, alzando questa volta il numero a «10 mila assunzioni».

Ma che cosa dicono in merito le risorse stanziate nella legge di Bilancio approvata a fine 2018?

I numeri nella legge di Bilancio

La legge di Bilancio per il 2019 (n. 145 del 30 dicembre 2018) prevede l’«assunzione straordinaria di un contingente massimo di 6.150 unità delle Forze di Polizia» (art. 1, comma 381).

Il piano si estende lungo l’arco di cinque anni, dal 2019 al 2023, e prevede lo stanziamento di un fondo da circa 500 milioni di euro (art. 1, comma 384).

Nello specifico, la legge stabilisce che l’organico della Polizia di Stato aumenti nel prossimo quinquennio di 1.943 unità (389 assunti nei primi quattro anni, 387 nel 2023); quello dei Carabinieri di 2.135 unità (427 assunti ogni anno); la Guardia di finanza di 1.133 unità (227 assunti nei primi quattro anni, 225 nel 2023); la Polizia penitenziaria di 577 unità (277 assunti nel 2020, e 100 ogni anno per i restanti tre).

In totale, sono 5.788 nuove assunzioni, a cui vanno aggiunte le 362 nuove unità della Polizia penitenziaria previste dall’articolo 1, comma 382, della legge di Bilancio, che portano il numero complessivo a 6.150.

Lo stesso comma 382 prevede ulteriori assunzioni (in totale 938, escluse le 362 citate sopra) nel Corpo di polizia penitenziaria, «al fine di incrementare l’efficienza degli istituti penitenziari, nonché per le in­differibili necessità di prevenzione e contra­sto della diffusione dell’ideologia di matrice terroristica in ambito carcerario».

In totale, dunque, se si considerano le assunzioni stabilite dai due commi della legge di Bilancio, le nuove unità previste sono 7.088, circa mille in meno di quelle indicate da Salvini.

Tre cose che Salvini non dice

La rivendicazione del ministro dell’Interno necessita di tre osservazioni.

Il piano non è una novità

La prima osservazione riguarda quanto fatto dagli scorsi esecutivi nella passata legislatura. Non è infatti una novità di questo governo la strategia di aumentare con un “piano straordinario” il personale delle forze dell’ordine. Uno molto simile si trovava nell’ultima legge di Bilancio del governo Gentiloni.

La legge di Bilancio per il 2018 (n. 205 del 27 dicembre 2017), infatti, prevedeva (art. 1, comma 287) «l’assunzione straordinaria per un contingente massimo di 7.394 unità delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco» tra il 2018 e il 2022. Curiosità: la motivazione è uguale alla legge di Bilancio per il 2019. Per il governo Gentiloni, infatti, le nuove assunzioni servivano «per incrementare i servizi di prevenzione e di controllo del territorio e di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, connessi, in particolare, alle esigenze di contrasto al terrorismo internazionale», le stesse parole della legge di Bilancio successiva.

Le assunzioni che verranno fatte quest’anno fanno dunque riferimento a quanto deciso nella scorsa legislatura, mentre per i prossimi anni i due piani di assunzione si integreranno. Le assunzioni stabilite dalla legge di Bilancio per il 2019, infatti, valgono «in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente».

Come ha spiegato a febbraio 2019 su La 7 il deputato del Partito Democratico Emanuele Fiano, «il ministro Salvini e il governo Conte ha raddoppiato» le assunzioni previste da Gentiloni e dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, aggiungendo «altre circa 7.500 assunzioni».

Le assunzioni non sono ancora iniziate

La seconda osservazione riguarda la data in cui partirà il piano di assunzione straordinaria rivendicata da Salvini.

Come specifica la legge di Bilancio per il 2019, questo non avverrà «prima del 1° ottobre di ciascun anno», e dunque prima del 1° ottobre 2019. Anche nella legge di Bilancio per lo scorso anno le tempistiche stabilite erano le stesse.

La carenza di organico potrebbe peggiorare comunque

La terza osservazione riguarda infine la carenza di organico che potrebbe manifestare lo stesso nei prossimi anni.

«Né le assunzioni del nuovo governo né quelle passate compensano minimamente i pensionamenti», ha spiegato a Pagella Politica Marco Montebove, responsabile dell’ufficio comunicazione nazionale di Silp Cgil (Sindacato italiano lavoratori polizia). «Avremo quindi un calo previsto del personale, e questo è un problema storico. In più non c’è la certezza che le risorse stanziate riescano a coprire tutte le assunzioni programmate».

Il verdetto

Matteo Salvini si è dichiarato soddisfatto per l’assunzione di 8 mila unità nelle Forze dell’ordine.

È vero che la legge di Bilancio più recente prevede un piano straordinario di assunzioni. In realtà sono poco più di 7 mila (un migliaio in meno di quelle indicate da Salvini); saranno distribuite nell’arco di cinque anni, ma non partiranno prima del 1° ottobre 2019. Già il precedente esecutivo a guida Pd, nella legge di Bilancio per il 2018, aveva stabilito un numero simile di nuove assunzioni, che sono state di fatto raddoppiate dal nuovo governo.

Per l’imprecisione sui numeri e la partenza tra parecchi mesi, con alcuni dubbi espressi dai sindacati sull’adeguatezza delle risorse, Salvini merita un “C’eri quasi”.