L’ex sindacalista della Fiom Giorgio Cremaschi, candidato con Potere al Popolo alle scorse elezioni legislative, ha condiviso sul proprio profilo Twitter alcuni dati criticando l’attuale sistema di accesso a numero chiuso ad alcuni corsi universitari, in occasione del test di ingresso per la facoltà di Medicina e Odontoiatria il 4 settembre scorso.
Secondo Cremaschi, sono stati 70.000 gli studenti che, iscritti al test, hanno preso parte alla prova di ammissione per poter accedere all’ambito corso di laurea per un totale di 10.000 posti disponibili. Inoltre, sarebbero 47.000 i medici in procinto di andare in pensione e 14 milioni gli italiani che «rischiano di restare senza medico di base».
Sono cifre corrette? Verifichiamo.
Quanti ci hanno provato
Secondo quanto riportato dal Miur sono stati, in totale, 83.127 gli studenti che si sono iscritti, per l’anno accademico 2018/2019, alla prova di ammisione per uno dei corsi di laurea a numero chiuso tra Medicina e Odontoiatria, Architettura e Veterinaria. Questi sono i principali corsi universitari a numero chiuso a livello nazionale, mentre per altri corsi le singole università hanno maggiori margini di manovra, ad esempio nel numero di posti messi a disposizione annualmente.
Tra questi, 67.005 vorrebbero diventare medici. Il numero è sostanzialmente stabile rispetto al dato dello scorso anno, quando gli iscritti al test erano stati 66.907. In leggera crescita gli studenti a cui piacerebbe accedere ad una facoltà di medicina in lingua inglese: lo scorso anno i candidati erano 7.021, mentre gli iscritti alla prova di ingresso tenutasi il 4 settembre 2018 sono stati 7.660.
Quest’anno, quindi, gli studenti iscritti al test di medicina (in italiano o in inglese) sono stati in totale 74.665. Di questi, alcuni potrebbero non essersi presentati alla prova di ammissione, ma non è stato diffuso alcun dato ufficiale a riguardo.
I posti disponibili
Ma quanti posti sono a disposizione per i circa 75.000 aspiranti medici? Il 28 giugno 2018 il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato il decreto ministeriale sul numero dei posti disponibili per le facoltà a numero chiuso di medicina (in italiano e in inglese). È la modalità usata ogni anno dal Miur per comunicare ai (possibili) futuri studenti tutte le informazioni utili per la prova di accesso ad uno dei corsi di laurea a numero programmato.
Il portale raccoglie i decreti ministeriali degli ultimi dodici anni e tutte le informazioni utili: il numero di posti disponibili nelle diverse facoltà, le materie oggetto di esame, le date del test di ammissione e le modalità di iscrizione.
Per l’anno accademico 2018/2019 sono 9.779 i posti destinati, a livello nazionale, ai futuri medici.
Come specificato, il numero totale dei posti viene calcolato in base alla disponibilità delle diverse università e un’unica graduatoria di merito nazionale stabilirà, poi, rispetto al totale degli studenti che hanno effettuato la prova di ammissione, quali potranno avere effettivo accesso alla facoltà.
Per l’anno accademico 2018/2019, quindi, in base ai posti disponibili e al totale dei candidati, solo il 13% degli iscritti al test sarà ammesso a frequentare le lezioni. La tabella mostra il numero dei posti disponibili nei diversi atenei italiani.
Tabella 1: Posti disponibili per l’accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia a.a. 2018/2019 – Fonte: MIUR. Manca all’appello l’università romana UniCamillus, di nuova apertura, poiché, come riportato in nota, sono in corso delle verifiche tra il Commissario della regione Lazio e l’università stessa.
Ci sarà un medico di base per tutti?
Giorgio Cremaschi si interroga sul futuro della professione medica in Italia. Ha parlato dei pensionamenti e del rischio, per alcuni cittadini, di non avere un medico di base. I dati cui fa riferimento Cremaschi sono (quasi) in linea con un’indagine pubblicata lo scorso febbraio dall’Ansa.
Lo studio, realizzato in comune dalla Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) e dal sindacato medico italiano (Anaao) stima che da qui a cinque anni saranno 45.000 i medici (di base e ospedalieri) ad andare in pensione. In particolare, i dati condivisi dalla Fimmg riportano che, tra il 2018 e il 2022, il pensionamento interesserà 14.908 medici di base. Il 2022 sarà un anno particolarmente critico per il settore, poiché solo in quell’anno andranno in pensione 3.092 medici.
Non siamo riusciti a reperire alcun documento dell’Anaao che riporti i pensionamenti annuali dei soli medici ospedalieri. La partecipazione all’indagine dell’Ansa (e la relativa condivisione della pubblicazione sul proprio sito), ci fa supporre che i dati siano in linea con quelli pubblicati. Possiamo quindi stimare che, nei prossimi cinque anni, saranno circa 30.000 i medici del Servizio Sanitario Nazionale ad andare in pensione.
Infine, all’interno del comunicato pubblicato dalla Fimmg viene sottolineato quanto questa situazione possa risultare gravosa per gli italiani, dal momento che «i pensionamenti dei medici di famiglia nei prossimi cinque/otto anni priveranno 14 milioni di cittadini di questa figura professionale».
Possiamo fare alcune stime di massima per controllare la veridicità di quanto comunicato dalla Fimmg.
L’accordo colletivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale sottolinea come il medico di base possa prendersi cura di un massimo di 1.500 pazienti. Parliamo di pazienti adulti (dai 13 anni in su) dato che i giovani di età inferiore ai 14 anni si rivolgono al pediatra.
A febbraio 2018 (cioè alla pubblicazione dell’indagine realizzata da Fimmg e Annao) erano circa 1.100 le borse per il corso di formazione in medicina generale messe annualmente a disposizione.* Da qui a cinque anni si possono quindi stimare un totale di circa 5.500 “nuovi” medici di base, pronti a rimpiazziare parte di quelli che nel 2022 andranno in pensione (14.900).
Dunque, al 2022, la differenza tra i medici che andranno in pensione e quelli che subentreranno è pari a circa 9.400 unità. Stimando che ogni medico si prenda cura del massimo di 1.500 pazienti, il dato condiviso dalla Fimmg trova riscontro: sarebbero circa 14.100.000 gli italiani privi di questa figura di riferimento.
Il verdetto
Giorgio Cremaschi di Potere al Popolo ha recentemente dichiarato che sono stati 70.000 gli studenti che hanno partecipato al test d’ingresso per accedere alla facoltà di Medicina per un totale di 10.000 posti disponibili. Inoltre, secondo l’ex sindacalista della Fiom, sarebbero 47.000 i medici vicini alla pensione e 14 milioni gli italiani che rischierebbero di ritrovarsi senza un medico di base.
I numeri condivisi da Cremaschi sono all’incirca corretti. I candidati iscritti alla prova di accesso per l’anno accademico 2018/2019 erano 74.600 e i posti disponibili 9.779. Il dato relativo ai futuri pensionamenti, che nella dichiarazione di Cremaschi non ha un preciso riferimento temporale, è anche questo abbastanza corretto: saranno 45.000 i pensionamenti nei prossimi cinque/otto anni, secondo le stime delle associazioni di categoria. Infine, è corretto stimare che sono 14 milioni gli italiani che corrono il rischio di non avere un medico di base, se si specifica l’arco temporale di riferimento (nei prossimi cinque/otto anni).
Giorgio Cremaschi merita un “C’eri quasi”.
* Recentemente, il ministro della Sanità Giulia Grillo ha comunicato di voler prendere misure per aumentare il numero delle borse di studio per il corso di formazione in medicina generale.