Intervistata a In mezz’ora di Lucia Annunziata, su Raitre, il ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento ha difeso la riforma costituzionale promossa dal governo e ha dichiarato che il nostro parlamento, nella sua forma attuale, è il più numeroso e costoso dell’Occidente. Vediamo se i numeri confermano.



I numeri dei parlamenti



Il parlamento italiano, come definito dalla Costituzione agli artt. 56 e 57, è formato da 945 membri elettivi (630 deputati e 315 senatori) a cui vanno aggiunti cinque senatori a vita di nomina del Presidente della Repubblica, per un totale di 950 parlamentari, più i presidenti della Repubblica al termine del loro mandato (attualmente Napolitano e Ciampi). Si tratta davvero del formazione più numerosa dell’Occidente?



Per il confronto disponiamo di un ottimo database, ParLine, che raccoglie molte informazioni sulle caratteristiche e la composizione delle assemblee elettive del mondo, tra cui anche il numero dei seggi delle diverse Camere. È gestito dallInter-Parliamentary Union (Ipu), un’istituzione internazionale a cui aderiscono gran parte dei parlamenti dei diversi stati del mondo.



In base ai numeri raccolti dall’Ipu, si nota subito che un numero di parlamentari così alto come quello italiano è proprio di una minoranza di Paesei a livello globale. Ben 201 Camere su 269 censite dall’Ipu hanno meno di duecento membri e solo 15 ne hanno più di cinquecento.



Veniamo ai Paesi occidentali. È difficile definire in modo univoco che cosa sia l’“Occidente”, ma per questa analisi considereremo come “Paesi occidentali” i 34 aderenti all’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Abbiamo riportato i numeri dei membri dei parlamenti unicamerali, o della somma dei membri di Camera alta e Camera bassa, in questo documento e nella mappa successiva.







Abbiamo considerato, per tutti i Paesi, il numero di parlamentari previsto dalla legge e non il numero effettivo dei membri. Di solito questi due numeri coincidono, tranne in un ridotto numero di casi in cui la legge elettorale rende possibile un certo numero di seggi soprannumerari (ad esempio in Germania, nel cui Bundestag siedono attualmente 630 rappresentanti a fronte di un numero “minimo” di 598) o circostanze particolari fanno sì che non tutti i seggi siano coperti. L’Italia è ai primi posti della classifica, ma c’è un Paese che la supera. Per facilitare il confronto, riportiamo le prime dieci posizioni nel grafico successivo.



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Come si vede, il Regno Unito ha molti più parlamentari rispetto all’Italia (seconda classificata): 650 nella House of Commons, la Camera bassa elettiva, e ben 782 nella House of Lords – la Camera alta nominata con un sistema estremamente complesso e di cui fanno parte, per esempio, 26 vescovi e arcivescovi della Chiesa d’Inghilterra.



È interessante notare che l’Italia non ha il record nel numero di membri né nella Camera bassa, dove è superata dal Regno Unito ed eguagliata dall’attuale Bundestag tedesco, né nella Camera alta: il Senato italiano ha meno membri, oltre che della House of Lords, anche del Senato francese.



I costi



Per quanto riguarda i costi, bisogna premettere che i parlamenti nazionali hanno storie e funzioni parzialmente diversi, e dunque il confronto diretto delle cifre è solo in parte indicativo.



Ad ogni modo, nel progetto di bilancio 2015, la dotazione di fondi pubblici per la Camera dei deputati italiana è di 943,16 milioni di euro (la stessa cifra del 2014); per il Senato è di 505,36 milioni di euro. In totale, possiamo stimare il costo del parlamento italiano per lo scorso anno in circa 1.448,52 milioni di euro.



Diversi Paesi occidentali sembrano riuscire a spendere meno. Nel Regno Unito, i bilanci per l’anno 2014/2015 (l’anno finanziario si conclude a marzo) mostrano un costo per la Camera dei Comuni di 210 milioni di sterline e della Camera dei Lord di 100,43 milioni di sterline. In totale circa 310 milioni di sterline, poco più di 400 milioni di euro. In Francia, il Senato ha ricevuto negli ultimi tre anni la cifra, rimasta invariata, di 323,58 milioni di euro, mentre l’Assemblea Nazionale ha ricevuto nel 2014 e 2015 trasferimenti per 517,89 milioni di euro. In totale, il parlamento francese costa circa 840 milioni di euro.



Il Congresso americano è più costoso, invece, e supera anche le nostre Camere. Nel bilancio più recente (disponibile qui) le spese totali del Senato Usa per l’anno fiscale 2015 ammontano a oltre 850 milioni di dollari, mentre quelle della Camera a oltre 1,2 miliardi di dollari. In totale più di 2,05 miliardi di dollari, oltre 1,8 miliardi di euro. A questa cifra va aggiunta una grande varietà di altri costi, come il mantenimento delle strutture del Campidoglio – in cui si trova anche una delle biblioteche più grandi del mondo, la Library of Congress – o quello del corpo di polizia riservato. Il totale si allontana ancora di più dai circa 1,4 miliardi del parlamento italiano.



Il verdetto



Maria Elena Boschi ha dichiarato che il parlamento italiano è il più numeroso e costoso del mondo. Tuttavia, il Regno Unito ha una numerosissima Camera dei Lord che la porta in testa alla classifica del numero dei membri. Quanto alle spese, anche se altri grandi Paesi europei come Francia e Regno Unito sembrano effettivamente più parsimoniosi nei budget per i loro organi legislativi, il Congresso statunitense costa di sicuro molto di più – con un numero di membri, peraltro, sensibilmente inferiore. “Pinocchio andante” per il ministro.