In occasione della visita a Palazzo Chigi del Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, Matteo Renzi ha citato un “record storico” nella riduzione delle procedure di infrazioni avviate dall’Unione Europa nei confronti dell’Italia. I numeri confermano?



Le procedure di infrazione



Il procedimento per la valutazione delle infrazioni è piuttosto lungo ed è riassunto in questa pagina sul sito della Commissione Europea, che ha il compito di monitorare il rispetto delle leggi comunitarie da parte degli Stati membri. Prevede una prima fase di “dialogo”, detta EU Pilot, prima ancora dell’apertura formale della procedura di infrazione; poi una serie di interrogazioni e risposte tra la Commissione e lo Stato interessato, che può durare alcuni mesi. Solo allora il caso viene deferito alla Corte di Giustizia dell’Ue, che di solito valuta se uno Stato membro ha infranto la legge europea in circa due anni e, in caso affermativo, può imporre una sanzione monetaria.



La situazione oggi



Come notato da Renzi, giovedì 25 febbraio la Commissione Europea ha pubblicato il rapporto mensile sulle decisioni prese in materia di infrazioni. Per quanto riguarda l’Italia ne sono state archiviate otto, facendo scendere il totale di quelle aperte a 83, di cui 63 per violazione del diritto dell’Unione e 20 per mancato recepimento delle direttive. A questo proposito, dunque, Renzi cita dati corretti.



A febbraio 2014, come ricordato da Renzi, effettivamente le procedure aperte erano 119, di cui 82 per casi di violazione del diritto dell’Ue e 37 per mancato recepimento delle direttive comunitarie. Il numero chiave da tenere a mente qui è 36: la riduzione totale – da 119 a 83 – delle procedure aperte (avvenuta in due anni, tra febbraio 2014 e febbraio 2016) su cui pone l’attenzione Renzi.



Si tratta di una riduzione record? Possiamo verificarlo grazie alle relazioni annuali sullo stato di applicazione delle leggi Ue pubblicate dalla Commissione. La relazione sull’Italia del 2014, approvata a luglio 2015, contiene un grafico sull’andamento storico delle procedure aperte al 31 dicembre di ogni anno, che riportiamo di seguito. Il dato si riferisce solo alle procedure per violazione del diritto comunitario, che il report distingue da quelle per il mancato recepimento delle direttive.



graph



L’attuale numero relativo alle violazioni del diritto Ue, come abbiamo già ricordato, è di 63, con una riduzione di 26 casi rispetto al dicembre 2014 (poco più di quattordici mesi fa). Notiamo che tra il 2011 e il 2012 ci fu una riduzione più consistente (36 casi: da 135 a 99) in un arco di tempo poco più breve, dodici mesi.



Lo stesso si può dire anche per le nuove procedure aperte per mancato recepimento delle direttive europee, che oggi sono 20 e che erano 22 al 31 dicembre 2014. Il grafico successivo mostra i nuovi casi di procedure per mancato recepimento nel corso di ciascun anno dal 2010 al 2014.



graph



Anche in questo caso, il calo più deciso negli ultimi anni è avvenuto tra 2011 e 2012, con una riduzione di 32 unità.



L’andamento delle infrazioni italiane



Sembra, quindi, che negli anni recenti ci siano stati casi di riduzioni più consistenti di quella avvenuta negli ultimi mesi, contrariamente a quanto dice Renzi.



Ad ulteriore riprova di questo, consideriamo l’andamento totale dal luglio 2007, di cui tiene traccia il Dipartimento per le Politiche europee della Presidenza del Consiglio con scadenza più o meno mensile. Abbiamo considerato tre aggiornamenti per anno (indicativamente marzo, giugno-luglio e novembre-dicembre) e abbiamo riportato i numeri del totale, delle infrazioni del diritto e dei mancati recepimenti.



graph



La tendenza, come mostra il grafico, è verso un calo negli ultimi anni. Se torniamo alla cifra su cui pone l’accento Renzi – meno 36 procedure in due anni – è evidente che si è fatto meglio in diverse occasioni e a volte in meno tempo, come ad esempio le 37 procedure in meno in undici mesi, tra luglio 2007 e giugno 2008, o le 42 in meno tra marzo 2011 e marzo 2013.



Andando ancora più indietro nel tempo – ma sempre restando nell’ultimo decennio – si trovano altri numeri interessanti. A maggio del 2006, il totale delle procedure aperte contro l’Italia era di 275 (206 per violazione del diritto comunitario e 69 per mancato recepimento di direttive): quattordici mesi dopo, a luglio 2007, quando cominciano le serie analitiche, erano scese a 213, con una riduzione complessiva di 62. Anche questo numero si situa ben al di sotto di quanto avvenuto nei due anni del governo Renzi.



Il verdetto



Matteo Renzi ha detto che “siamo al record storico di infrazioni, in senso di riduzioni del livello di procedure di infrazioni”. Anche se la frase non è chiarissima, la successiva precisazione sembra indicare che Renzi si riferisca al calo nel numero di procedure nei suoi due anni di governo. Come abbiamo visto, ci sono stati, negli anni recenti, periodi in cui le cifre sono calate a un ritmo più rapido. Curiosamente, se il Presidente del Consiglio avesse rivendicato un record assoluto nel numero di procedure aperte avrebbe avuto probabilmente ragione, ma ponendo l’attenzione sulla riduzione, parla di un primato inesistente. “Nì” per Renzi.