Il respingimento delle opposizioni sulla fiducia degli emendamenti alla riforma delle legge elettorale, avvenuto la settimana scorsa, ha scatenato polemiche e critiche all’azione di governo, accusato di muoversi in maniera autoritaria e di esautorare il ruolo dell’Aula parlamentare.



Alle critiche risponde Renzi, utilizzando il numero di votazioni avvenute nell’ultima lettura alla Camera sull’Italicum, per dimostrare l’infondatezza dei timori di autoritarismo dell”esecutivo che presiede.



L’ultima tappa dell’Italicum



L’Italicum, il nuovo progetto di legge elettorale voluto fortemente dal governo Renzi, è ormai vicinissimo all’approvazione definitiva (manca la firma del Presidente della Repubblica) e alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La legge prevede i seguenti cambiamenti:



  1. La lista (o la coalizione) che otterrà il 40% + 1 dei voti si aggiudicherà il 55% dei seggi grazie al premio di maggioranza.

  2. Se nessuna lista supera il 40% dei voti al primo turno si prevede un ballottaggio tra le due liste principali, il premio di maggioranza andrà alla lista che prenderà più voti.

  3. La soglia di sbarramento per entrare alla Camera è del 3%.

  4. Si creeranno 100 collegi elettorali, e i capilista potranno essere inseriti nelle liste di più collegi.



La legge sarebbe valida solo per la Camera (per il Senato varrebbe il proporzionale senza premio di maggioranza scaturito dalla sentenza dell Corte Costituzionale) e avrebbe effetto a partire dal primo luglio 2016.



Prima di ieri sera – quando si è avuta l’approvazione finale della legge – l’Italicum è stato sottoposto a sei votazioni su emendamenti da parte delle opposizioni nel corso dell’ultima lettura, tra cui le ultime tre fiducie di giovedì e venerdì scorso. A queste va a sommarsi la votazione finale di ieri per l’approvazione finale del testo.



Il verdetto



Renzi ha ragione: inclusa l’ultima votazione di ieri, in totale la terza lettura dell’Italicum avrà prodotto sette votazioni. “Vero”.