Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rassegnato le proprie dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lo ha annunciato una nota ufficiale del Quirinale. Il governo rimane in carica solo per gli affari correnti.

Alle 9.30 circa si è tenuto un consiglio dei ministri nel corso del quale il premier ha preannunciato al suo esecutivo l’intenzione di dimettersi. Subito dopo Conte salirà al Colle.

Le consultazioni del Quirinale cominceranno domani pomeriggio. Il 27 gennaio alle 11.30 il presidente Mattarella parteciperà infatti alla cerimonia annuale per la “Giornata della memoria”, dedicato alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto.

Pagella Politica ha seguito in diretta gli sviluppi della giornata.



17:50 – Per oggi la diretta di Pagella Politica si conclude qui. Grazie per averci seguito.

17:45 – La giornata in sintesi

Questa mattina, poco dopo mezzogiorno, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rassegnato le proprie dimissioni al presidente della Repubblica Giuseppe Conte. Con questo passaggio, la crisi è stata aperta formalmente. Come consueto, il capo dello Stato ha chiesto al governo di rimanere in carica per gli «affari correnti». Le consultazioni del presidente della Repubblica con i rappresentati dei partiti e i presidenti di Camera e Senato cominceranno il 27 gennaio, nel pomeriggio. Lo ha comunicato ufficialmente il Quirinale. Intanto, in Parlamento si continua a lavorare per la formazione di un nuovo gruppo parlamentare al Senato per sostenere un possibile – ma non scontato – governo “Conte ter”.

17:23 – Il simbolo di Centro democratico

Il senatore Gregorio De Falco, ex Movimento 5 stelle attualmente nel gruppo Misto, ha fatto richiesta alla presidenza del Senato di aderire alla componente Centro democratico di Bruno Tabacci. Centro democratico finora è stato presente alla Camera (all’interno del gruppo Misto) ma non al Senato. Con l’iscrizione di De Falco, il senatore porterebbe il simbolo a Palazzo Madama così permettendo la formazione di un nuovo gruppo di “responsabili”, possibile, lo ricordiamo solo per i partiti che hanno un simbolo e hanno partecipato alle elezioni politiche. L’ipotesi iniziale era che questo gruppo si poggiasse sul Maie (Movimento italiani eletti all’estero).

16:37 – I governi “ter”

Se Conte riuscisse a formare un governo “ter” (ovvero il terzo da lui presieduto), sarebbe il settimo nella storia repubblicana, dopo Alcide De Gasperi, Amintore Fanfani, Mariano Rumor, Aldo Moro, Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi. Sarebbe inoltre il quinto a presiedere tre governi consecutivi dopo De Gasperi, Rumor, Moro e Andreotti.

16:07 – La posizione del centrodestra: sostegno ai provvedimenti per il Paese

Si è appena conclusa la riunione dei partiti di centrodestra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia con i rappresentanti di Udc, Cambiamo! e Noi con l’Italia) per stabilire la linea della coalizione a fronte delle dimissioni del presidente del Consiglio. La posizione degli alleati è stata comunicata in una nota congiunta: «Nel corso del vertice, il Centrodestra ha ribadito la necessità che l’Italia abbia in tempi rapidi un governo con una base parlamentare solida, una forte legittimazione e non, invece, un esecutivo con una maggioranza raccogliticcia. La coalizione è pronta a sostenere in Parlamento tutti i provvedimenti a favore degli italiani, a partire dai ristori e dalla proroga del blocco delle cartelle esattoriali».

15:58 – Una “crisi al buio”

Con le dimissioni del premier Conte questa mattina al Colle, la crisi è stata aperta formalmente. Domani pomeriggio al Quirinale cominceranno le consultazioni. Che cosa sono? Lo spieghiamo nel nostro glossario della crisi.

15:30 – E il Recovery plan?

La conferenza dei capigruppo della Camera ha deciso lo stop all’attività «legislativa e ispettiva». I gruppi parlamentari hanno però deciso all’unanimità che proseguiranno le audizioni nelle commissioni sul Recovery plan. Già oggi in realtà erano previste le prime audizioni nelle commissioni Affari sociali e Attività produttive, poi cancellate.

15:07 – Il disbrigo degli «affari correnti»

Il presidente della Repubblica ha chiesto al governo dimissionario di rimanere in «carica per il disbrigo degli affari correnti». Che cosa significa e cosa può fare un esecutivo nel limbo degli “affari correnti”, lo abbiamo spiegato qui.

14:02 –La direzione nazionale del Pd

Il Partito democratico ha convocato per domani alle 14 la direzione nazionale per discutere della situazione politica. Al termine ci sarà una relazione del segretario Nicola Zingaretti. L’assemblea si svolgerà da remoto.

13:34 – La riunione di Italia viva

Stasera alle 22.30 i gruppi parlamentari di Italia viva si riuniranno in videoconferenza per stabilire la linea del partito alla luce delle dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

13:27 – Di Maio: «il momento della verità»

Il ministro degli Esteri ed ex capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio ha commentato su Facebook le dimissioni di Giuseppe Conte: «È il momento della verità, in queste ore capiremo chi difende e ama la Nazione e chi invece pensa solo al proprio tornaconto. Il M5s rimane il baricentro del Paese e insieme al presidente Giuseppe Conte offriremo il nostro contributo per la stabilità».

13:19 – I colloqui con i presidenti delle camere

Conte ha incontrato la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati per parlare dell’attuale situazione politica. In questo momento il premier dimissionario è a Montecitorio per incontrare il presidente della Camera Roberto Fico.

12:50 – Il premier Conte si è dimesso

Il Quirinale ha ufficializzato le dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe. Il comunicato del Colle: «Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Avv. Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. Le consultazioni avranno inizio nel pomeriggio di domani, mercoledì 27 gennaio. Il calendario delle consultazioni sarà reso noto attraverso l’Ufficio Stampa».

12:31 – Concluso l’incontro Conte-Mattarella

Il presidente del Consiglio ha lasciato in auto il Palazzo del Quirinale. L’incontro con il presidente della Repubblica è durato circa mezz’ora. Ora si attende un comunicato ufficiale del Colle per formalizzare le dimissioni del premier.

12:02 – L’arrivo al Colle

Il presidente del Consiglio è appena arrivato al Quirinale dove comunicherà le proprie dimissioni al presidente della Repubblica.

11: 45 – La questione del nuovo gruppo parlamentare al Senato

La speranza del presidente del Consiglio – e dei partiti della maggioranza – è che un eventuale re-incarico del presidente della Repubblica per la formazione di un nuovo governo possa portare alla formalizzazione di un gruppo parlamentare a sostegno di Conte. Come abbiamo spiegato, il campo di battaglia decisivo è quello del Senato, dove martedì 19 la fiducia al governo si è fermata a 156 voti. A Palazzo Madama servirebbero fra i 12 e i 15 senatori in più per puntellare la maggioranza. Una complicazione burocratica: secondo il regolamento del Senato, la formazione di un nuovo gruppo parlamentare è possibile solo se fa riferimento al simbolo di un partito che abbia partecipato alle elezioni politiche (le ultime nel 2018). I “responsabili” a supporto di Conte potrebbero appoggiarsi – questa l’ipotesi più accredita – al simbolo del Maie, gli italiani eletti all’estero. Secondo le indiscrezioni di stampa, il gruppo potrebbe essere registrato già prima delle consultazioni, che potrebbero iniziare domani pomeriggio. Questo passaggio formale sarebbe fondamentale perché permetterebbe ai rappresentanti del nuovo gruppo di partecipare ai colloqui con il presidente della Repubblica, con la rilevanza di quarta forza politica a sostegno di un nuovo governo. Non è comunque escluso che la maggioranza riapra a Italia viva, anche nel caso in cui l’operazione “responsabili” riuscisse.

11:15 – Il video

Secondo indiscrezioni della stampa, Conte non si sarebbe recato al Quirinale subito dopo il Consiglio dei ministri per girare un video-messaggio da diffondere in giornata. Il consiglio dei ministri si è infatti concluso da più di un’ora, ma il premier andrà da Mattarella solo a mezzogiorno.

10:51 – Lo slittamento

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte salirà al Quirinale a mezzogiorno, secondo fonti di stampa.

10:40 – Cosa accadrà nelle prossime ore

La parola passa al Quirinale. Il presidente della Repubblica aprirà le consultazioni, probabilmente nel pomeriggio del 27 gennaio e con l’obiettivo di concluderle nel minor tempo possibile. Nel corso dei colloqui con i gruppi parlamentari, il capo dello Stato cercherà di capire chi può (e se si può) formare un nuovo governo.

L’ipotesi al momento più accreditata è che Mattarella riassegni l’incarico al presidente del Consiglio aprendo la strada a un terzo governo Conte (“Conte ter”).

Che cosa cambierebbe rispetto alla situazione precedente alle dimissioni? La scommessa del premier è che questo passaggio e la formazione di un nuovo governo possano portare allo scoperto una pattuglia solida di “responsabili” – nuovi parlamentari all’interno della maggioranza – non individualmente e in ordine sparso, ma organizzati in un gruppo parlamentare.

10:05 – Come si è arrivati a questo punto

L’esecutivo guidato da Conte è sopravvissuto alla prova delle camere, ma con numeri insufficienti a considerare la crisi un capitolo archiviato. La situazione è critica soprattutto al Senato, dove i sì a favore del governo si sono fermati a quota 156: abbastanza per ottenere la maggioranza relativa (anche grazie all’astensione di Italia viva), ma al di sotto della soglia della maggioranza assoluta (161 voti) e quindi poco rassicuranti per la gestione quotidiana dei lavori parlamentari, anche nelle commissioni.

Nei giorni successivi, il progetto di allargare la base parlamentare a sostegno del governo Conte II è ufficialmente fallito. Il premier non ha trovato nuovi “responsabili” o “volenterosi” per stabilizzare la propria maggioranza.

Le dimissioni del presidente del Consiglio sono state accelerate principalmente per una ragione. In questo modo il governo eviterà il voto sulla relazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, mercoledì 27 gennaio alla Camera e forse il giorno stesso al Senato. Dopo il discorso si sarebbe tenuto in voto, a favore o contro le comunicazioni del ministro. Al Senato, questa volta il governo avrebbe rischiato davvero “andare sotto”, come si dice in gergo, ovvero di non avere i voti necessari alla maggioranza.

Italia viva aveva già annunciato il proprio voto contrario. E i 156 voti faticosamente raggiunti per la fiducia al Senato il 19 gennaio non sarebbero stati garantiti: i senatori Pier Ferdinando Casini (Per le autonomie), Sandra Lonardo (Misto) e Riccardo Nencini (Partito socialista italiano) e gli ex forzisti Andrea Causin e Maria Rosaria Rossi non avrebbero votato a favore. Questo perché chi si riconosce in una cultura politica garantista non apprezza la riforma della giustizia voluta da Bonafede e più in generale le posizioni del Movimento 5 stelle sul tema.

Conte aveva quindi la necessità di evitare l’incidente in aula. Se infatti si fosse trovato a dare le dimissioni dopo una bocciatura del Senato, il presidente del Consiglio indebolirebbe le proprie possibilità di ottenere un nuovo incarico dal capo dello Stato Sergio Mattarella.

9:40 – Il consiglio dei ministri

È da poco iniziato il consiglio dei ministri nel quale il presidente del Consiglio ufficializzerà la sua intenzione di rassegnare le dimissioni al presidente della Repubblica.