E così ci siamo: oggi, 22 febbraio 2015, scade il primo anno di governo Renzi. Di acqua ne è passata sotto i ponti da quel famoso #enricostaisereno, l’hashtag che ha portato l’ex “rottamatore” a sedere tra gli scranni dell’esecutivo, sconvolgendo gli equilibri preesistenti. Pagella Politica racconta l’anniversario dell’opera governativa di Renzi attraverso una selezione di un campione ristretto tra le più di 240 dichiarazioni analizzate che ci hanno permesso di seguirlo passo dopo passo da quando ha varcato la soglia di Palazzo Chigi come Premier (per leggere tutte le analisi delle dichiarazioni dei membri dell’attuale esecutivo si segua il tag “governo Renzi“).



“Siamo al penultimo posto nella classifica Ocse – correggetemi se sbaglio – per la capacità di attrazione, mentre siamo al 126° posto nel «Doing business index» della World Bank” (28 febbraio 2014) PINOCCHIO ANDANTE: Non è ben chiaro a quale classifica Ocse si riferisse Renzi, ma l’Italia si trova nella parte alta del FDI Regulatory Restrictiveness Index (un indice di restrittività normativa verso gli investimenti diretti esteri che misura il livello di apertura agli investimenti in 58 Paesi). Allo stesso tempo, nella classifica dei Paesi Ocse per gli investimenti diretti esteri in percentuale del Pil, l’Italia si trovava effettivamente in fondo ma sicuramente non in penultima posizione. Per quel che riguarda invece la seconda parte dell’affermazione del Presidente del Consiglio, l’edizione 2014 dell’Indice Doing Business attestava come l’Italia si trovasse complessivamente al 65esimo posto. Insomma, la battaglia per attrarre investimenti esteri nel nostro Paese iniziava con toni decisamente troppo pessimisti.


“Noi siamo il secondo elemento di export in Europa dopo la Germania” (28 marzo 2014) – PINOCCHIO ANDANTE: L’orgoglio dell’essere italiano è un classico della retorica renziana, a buon ragione visto che l’Italia presenta diversi punti di forza. In questo caso, però, il Premier ha esagerato. Se consideriamo l’esportazione totale di beni e servizi, Eurostat confermava come all’epoca l’Italia si trovasse dietro non solo alla Germania ma anche al Regno Unito, Francia e Paesi Bassi.



“Ma siamo il settimo finanziatore dell’Onu. Guidiamo la missione in Libano, e il primo Paese fornitore di caschi blu” (18 aprile 2014) – : Date le recenti aperture governative ad un intervento Onu in Libia a guida italiana, ci sembra importante riportare questa dichiarazione. Effettivamente l’Italia si trovava all’epoca al settimo posto tra i finanziatori del “bilancio regolare” delle Nazioni Unite. Tale bilancio esclude molti costi dell’Onu, tra cui il finanziamento delle truppe di peace-keeping. Nel complesso l’Italia si trova ben al di sotto della settima posizione.


“Vogliamo continuare ad essere l’unico Paese in Europa che ha il bicameralismo perfetto?” (8 maggio 2014) – VERO: Le riforme istituzionali sono uno dei punti cardine dell’azione del governo Renzi, ed è vero che l’Italia è l’unico Paese in Europa (tra quelli che hanno dei parlamenti bicamerali) ad essere caratterizzato da bicameralismo perfetto, ossia un sistema in cui le due Camere legiferano ed hanno esattamente gli stessi poteri e le stesse competenze – questo secondo l’analisi dell’Unione Interparlamentare.



“[Il Pd] ha ottenuto il miglior risultato come numero di votanti [in tutta Europa]” (28 maggio 2014) – VERO: Il Presidente del Consiglio ha ripetuto orgogliosamente per qualche settimana quanto fosse stato straordinario il risultato elettorale ottenuto alle europee. I dati che citava in questo caso sono corretti, considerando il numero totale di votanti per il Partito Democratico e i risultati degli altri vincitori.



“…A noi mancano gli ultimi 3 miliardi di euro per completare questo pagamento [dei debiti della pubblica amministrazione]” (8 ottobre 2014) – Nì: Sin dai primi giorni del suo governo, Renzi ha fatto del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti dei suoi creditori uno dei suoi cavalli di battaglia. Alla data della dichiarazione, però, erano stati ripagati circa 31 miliardi di euro, la metà della cifra stanziata (circa 57 miliardi di euro). Nonostante un’accelerazione durante il governo Renzi, l’obiettivo era ancora ben lontano e rimanevano sicuramente più di 3 miliardi di euro da versare ai creditori.


“Il solo governo Renzi ha chiesto la fiducia diciannove volte, una media più alta di quella del governo Berlusconi (2,6 al mese contro 1,9)” (Alessandro Di Battista, 11 ottobre 2014) – VERO: Inseriamo all’interno del nostro “excursus renziano” questa dichiarazione del deputato del M5S, dato che descrive una particolarità dell’attuale governo. All’epoca della sua dichiarazione, infatti, le questioni di fiducia richieste dall’esecutivo Renzi ammontavano a 20, circa 2,7 voti al mese se prendiamo come riferimento il periodo che va dall’insediamento del governo alla data della dichiarazione di Di Battista. Attuando lo stesso esercizio con i governi Letta, Monti e Berlusconi, scopriamo come le rispettive questioni di fiducia fossero 0,9, 1,8 e 1,1 al mese. (Sul record di fiducie si è espresso anche Pippo Civati qualche mese più tardi).



“Da un lato devi dire: ehi noi siamo l’Italia […]. Noi diamo 20 miliardi all’Europa ogni anno. L’Europa ce ne restituisce 10” (27 ottobre 2014) – : Il Premier tiene particolarmente a far notare come l’Italia non manchi di dare il suo apporto all’Ue, e come questo fatto posizioni Roma tra gli attori principali nel risolvere la crisi nel continente. Nessuno nega l’importante contributo dell’Italia al finanziamento dell’Unione, tuttavia anche qui non possiamo non notare la tendenza ad esagerare all’eccesso la nostra contribuzione e al ribasso l’ammontare che ci torna indietro. I dati della Commissione Europea indicavano infatti come nel 2013 l’Italia avesse contribuito per 15,7 miliardi di euro al budget europeo, ricevendone indietro 12,6 miliardi.


“Oggi c’è un’Italia il cui Pil cresce più della Germania ed è l’Italia del Nord, segnatamente del Nord-Est. Noi in quelle Regioni andiamo meglio della Germania, andiamo meglio delle migliori regioni della Germania” (1 dicembre 2014) – PANZANA PAZZESCA: Votata al quarto posto tra le panzane più succose del 2014, questa dichiarazione rappresenta un esempio perfetto di ottimismo che si appoggia su basi molto fragili o, nel peggiore dei casi, inesistenti. A fronte di un calo del Pil della macro-regione del Nord-Est del 2,1% nel 2013, infatti, le “principali regioni” tedesche avevano fatto molto meglio (per non parlare della Germania come Paese). Non andava meglio sul fronte delle previsioni per il 2014, né consultando i dati per il Nord-Est italiano né per la Germania, né osservando la crescita dei Pil regionali nel periodo 2001-2011.


“Abbiamo anche una ricchezza privata che è il doppio del debito pubblico” (21 gennaio 2015) – VERO: L’Italia è un Paese con una ricchezza nascosta, secondo il Premier, che ne garantisce la stabilità finanziaria nonostante l’enormità del suo debito pubblico. Ha ragione, e basta consultare i dati della Banca d’Italia. A fine 2013 la ricchezza netta si aggirava attorno agli 8.700 miliardi di euro, contro un debito pubblico di 2.069 miliardi. Una somma 4 volte più alta.


”Centomila posti di lavoro in più in un mese. Bene” (30 gennaio 2015) – C’ERI QUASI: Non si può certo dire che Matteo Renzi non commenti con regolarità i dati sull’occupazione. Durante il suo governo, infatti, sembra che ad ogni comunicato stampa dell’Istat sulla situazione occupazionale italiana, il Premier faccia seguire un tweet. Come è già accaduto, Matteo Renzi fa confusione tra i dati relativi ai “posti di lavoro” e quelli invece che fanno riferimento agli “occupati”. Per quanto il concetto di “posti di lavoro” possa essere più immediato e facilmente comprensibile dai suoi follower su Twitter, sarebbe più opportuno parlare di aumento del numero di occupati, dal momento che è questo il parametro che l’Istat misura. Tuttavia possiamo sostanzialmente confermare le parole del Premier Renzi: dopo due trimestri consecutivi di riduzione nel numero di occupati (-51 mila a ottobre, -54 mila a novembre), l’occupazione è aumentata di quasi 93 mila unità a dicembre.