Tajani dimentica che lo slogan “Meno Europa” era di Forza Italia

Oggi dice che questa richiesta «non ha nessun senso logico», ma in passato il suo partito l’ha usata per una campagna elettorale
ANSA/CLAUDIO PERI
ANSA/CLAUDIO PERI
Il 21 maggio, ospite di un confronto organizzato a Roma dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA), il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani ha fatto un commento che a molti è apparso come una critica nei confronti della Lega e del suo slogan per la campagna elettorale in vista delle elezioni europee di giugno. «Quando io sento dire: “Meno Europa”, per carità, tutte cose belle, ma di nessuna efficacia e di nessun senso logico», ha dichiarato Tajani, aggiungendo che «se non siamo parte di un progetto più ampio siamo destinati a essere travolti, a essere ininfluenti».

“Più Italia! Meno Europa” è infatti lo slogan usato dal partito di Matteo Salvini nei manifesti elettorali per il voto dell’8 e 9 giugno, ma Tajani sembra dimenticare un fatto non da poco: nel 2014 il suo partito, Forza Italia, aveva usato lo stesso slogan nella campagna elettorale per le elezioni europee del 2014. E negli anni il fondatore del partito, Silvio Berlusconi, il cui nome compare ancora nel simbolo elettorale di Forza Italia, ha più volte usato questo slogan nei suoi interventi pubblici, anche se in altre occasioni ha detto l’esatto opposto.
Ma torniamo indietro di dieci anni, alle elezioni europee di maggio 2014. Lo slogan adottato all’epoca dal partito guidato da Berlusconi era: “ Più Italia in Europa. Meno Europa in Italia” (Immagine 1).
Immagine 1. Lo slogan di Forza Italia per la campagna elettorale delle elezioni europee del 2014
Immagine 1. Lo slogan di Forza Italia per la campagna elettorale delle elezioni europee del 2014
Il 17 aprile 2014, durante la conferenza stampa di presentazione del programma di Forza Italia, lo stesso Berlusconi aveva difeso (min. 9:27) dalle critiche lo «slogan» per le elezioni europee. «Vorrei affermare che noi non siamo affatto, come troppi ci hanno descritti, “anti-europeisti”. Ma dopo anni di Europa, come si può dire, a trazione tedesca, dopo anni di rigore, dopo anche la penalizzazione che noi come tutti gli altri Paesi mediterranei è venuta dalle decisioni dell’Europa, io sono assolutamente convinto che dobbiamo cambiare decisamente registro. Cioè, l’Europa e Bruxelles devono riuscire a convincerci che questa Europa è davvero utile al nostro Paese e che non è al contrario una penalizzazione, una palla al piede per il nostro Paese», aveva dichiarato Berlusconi. 

Negli anni successivi Forza Italia ha rilanciato sulle sue pagine social varie dichiarazioni del suo fondatore, in cui ribadiva lo slogan “Meno Europa” (Immagine 2). «Proponiamo meno tasse, meno Stato, meno Europa», si legge in un tweet di Forza Italia, che il 7 aprile 2017 attribuiva queste parole a Berlusconi. Nel 2015 l’ex presidente del Consiglio aveva proposto di reintrodurre la lira «pur restando dell’euro».
Immagine 2. Una grafica pubblicata da Forza Italia su Twitter il 30 gennaio 2016
Immagine 2. Una grafica pubblicata da Forza Italia su Twitter il 30 gennaio 2016
Negli anni precedenti alle elezioni europee del 2014, però, il fondatore di Forza Italia aveva fatto annunci che andavano in una direzione opposta rispetto alla richiesta di ridurre i poteri dell’Unione europea. «Perché uno scenario di disgregazione dell’euro torni a essere impensabile occorre una sterzata in direzione opposta: l’unione politica. Il punto è: la vogliamo davvero? Io credo che dalla crisi si possa e, anzi, si debba uscire con più Europa e non con meno Europa», aveva dichiarato per esempio Berlusconi il 18 giugno 2012, in un’intervista al Wall Street Journal. All’epoca il presidente del Consiglio era Mario Monti, che da novembre 2011 guidava un governo tecnico dopo aver sostituito l’ultimo governo Berlusconi, con l’intensificarsi della crisi economica. Sei mesi dopo, il 2 gennaio 2013, il leader di Forza Italia ribadiva: «Non sono anti-europeista: voglio più Europa, non meno Europa», posizione poi cambiata un anno dopo, con le elezioni europee del 2014.

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