Il 25 novembre, in concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Camera ha approvato definitivamente il disegno di legge che introduce nel codice penale il reato di femminicidio. L’Italia si è così aggiunta agli altri tre Paesi sui 27 membri dell’Unione europea che hanno reso un reato autonomo l’omicidio di una donna in quanto tale.

La nuova legge prevede sia inserito nel codice penale l’articolo 577-bis, che punisce con l’ergastolo chiunque uccide una donna «quando il fatto è commesso come atto di odio o di discriminazione o di prevaricazione o come atto di controllo o possesso o dominio in quanto donna». È considerato femminicidio anche l’omicidio di una donna avvenuto «in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà personali». Questa definizione è diversa rispetto a quella inizialmente proposta dal governo nel disegno di legge presentato in Senato. Durante l’esame in commissione, infatti, il testo è stato modificato per evitare eventuali problemi di incostituzionalità.

La nuova legge introduce anche alcune misure per contrastare la violenza contro le donne e stabilisce che, entro il 30 giugno di ogni anno, il ministro della Giustizia presenti al Parlamento una relazione sullo stato di applicazione delle norme in materia di femminicidio e di contrasto alla violenza contro le donne.

Il disegno di legge ha trovato alla Camera l’appoggio dei partiti della maggioranza e dell’opposizione…