Il 29 giugno il segretario di Forza Italia Antonio Tajani ha celebrato su X il quarantesimo anniversario della data in cui è stata usata per la prima volta la bandiera dell’Unione europea. «Blu come il manto della Madonna, con le 12 stelle delle tribù d’Israele disposte in cerchio. Un simbolo dei nostri valori di libertà, delle nostre radici giudaico-cristiane», ha scritto Tajani, che aveva già pubblicato post simili in occasione dell’8 settembre, la festa cattolica della Natività della Beata Vergine Maria. Questa interpretazione, però, non è confermata dalle istituzioni europee.
Sul sito ufficiale dell’Ue si legge che la bandiera – formata da un cerchio di 12 stelle dorate su sfondo blu – è nata nel 1955, quando fu scelta come bandiera dal Consiglio d’Europa, un’organizzazione internazionale che promuove i diritti umani, e che però non fa parte dell’Ue e non va confusa con il Consiglio dell’Ue né con il Consiglio europeo. Nel 1983, il Parlamento europeo ha proposto di adottare quella stessa bandiera anche per le Comunità europee (all’epoca l’Unione europea non esisteva ancora), e nel 1985 i capi di Stato e di governo dei Paesi membri hanno deciso di renderla il simbolo ufficiale delle Comunità europee, che sarebbero poi diventate l’Unione europea.
Il cerchio di stelle dorate – spiega il sito dell’Ue – rappresenta «l’unità, la solidarietà e l’armonia fra i popoli d’Europa», mentre il numero 12 è il «simbolo della perfezione» e dell’«interezza». «Anche il cerchio è simbolo di unità, ma il numero delle stelle non dipende dal numero dei Paesi membri», specifica il sito.
La lettura religiosa della bandiera è smentita anche dal Consiglio d’Europa. «La bandiera europea che conosciamo oggi – un cerchio di dodici stelle dorate su sfondo blu intenso – è stata scelta per il suo perfetto equilibrio tra neutralità, atemporalità e semplicità. Il suo design evita simboli religiosi o nazionali, abbracciando ideali universali di unità e armonia», si legge sul sito dell’organizzazione.
Gli archivi del Consiglio d’Europa mostrano che, negli anni fra il 1950 e il 1955, l’obiettivo principale era trovare un emblema neutrale e condivisibile, non un simbolo legato a una religione specifica.
Nel 1950 fu istituito un comitato incaricato di esaminare oltre un centinaio di bozzetti inviati da artisti ed esperti di araldica di tutto il mondo. Alla fine ne furono selezionati due: la “corona” di 12 stelle dorate suggerita da Arsène Heitz, all’epoca dipendente del Consiglio d’Europa, che presentò diverse proposte (qui alcune bozze); e una costellazione di stelle, suggerita dallo scrittore spagnolo Salvador de Madariaga, che rappresentava le capitali europee. Nei documenti ufficiali dell’epoca non compaiono riferimenti alla Madonna né alle tribù d’Israele. Al contrario, la scelta delle stelle fu apprezzata proprio perché evitava riferimenti religiosi o politici.
Sul sito ufficiale dell’Ue si legge che la bandiera – formata da un cerchio di 12 stelle dorate su sfondo blu – è nata nel 1955, quando fu scelta come bandiera dal Consiglio d’Europa, un’organizzazione internazionale che promuove i diritti umani, e che però non fa parte dell’Ue e non va confusa con il Consiglio dell’Ue né con il Consiglio europeo. Nel 1983, il Parlamento europeo ha proposto di adottare quella stessa bandiera anche per le Comunità europee (all’epoca l’Unione europea non esisteva ancora), e nel 1985 i capi di Stato e di governo dei Paesi membri hanno deciso di renderla il simbolo ufficiale delle Comunità europee, che sarebbero poi diventate l’Unione europea.
Il cerchio di stelle dorate – spiega il sito dell’Ue – rappresenta «l’unità, la solidarietà e l’armonia fra i popoli d’Europa», mentre il numero 12 è il «simbolo della perfezione» e dell’«interezza». «Anche il cerchio è simbolo di unità, ma il numero delle stelle non dipende dal numero dei Paesi membri», specifica il sito.
La lettura religiosa della bandiera è smentita anche dal Consiglio d’Europa. «La bandiera europea che conosciamo oggi – un cerchio di dodici stelle dorate su sfondo blu intenso – è stata scelta per il suo perfetto equilibrio tra neutralità, atemporalità e semplicità. Il suo design evita simboli religiosi o nazionali, abbracciando ideali universali di unità e armonia», si legge sul sito dell’organizzazione.
Gli archivi del Consiglio d’Europa mostrano che, negli anni fra il 1950 e il 1955, l’obiettivo principale era trovare un emblema neutrale e condivisibile, non un simbolo legato a una religione specifica.
Nel 1950 fu istituito un comitato incaricato di esaminare oltre un centinaio di bozzetti inviati da artisti ed esperti di araldica di tutto il mondo. Alla fine ne furono selezionati due: la “corona” di 12 stelle dorate suggerita da Arsène Heitz, all’epoca dipendente del Consiglio d’Europa, che presentò diverse proposte (qui alcune bozze); e una costellazione di stelle, suggerita dallo scrittore spagnolo Salvador de Madariaga, che rappresentava le capitali europee. Nei documenti ufficiali dell’epoca non compaiono riferimenti alla Madonna né alle tribù d’Israele. Al contrario, la scelta delle stelle fu apprezzata proprio perché evitava riferimenti religiosi o politici.