L’11 maggio il Senato ha approvato in via definitiva la cosiddetta “legge Salvamare”, che ha l’obiettivo di combattere l’inquinamento nei mari, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune, semplificando, tra le altre cose, la gestione dei rifiuti raccolti accidentalmente dai pescatori. Il disegno di legge ha ottenuto il voto favorevole di un’ampia maggioranza (198 favorevoli su 215 votanti), ma il Parlamento ha impiegato quasi tre anni per approvarlo definitivamente. Il testo era stato infatti presentato alla Camera a giugno 2019 dall’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa, durante il primo governo guidato da Giuseppe Conte, che però aveva già annunciato il provvedimento l’anno prima, nel 2018.
Durante l’esame parlamentare, il testo ha suscitato le critiche di Fratelli d’Italia, i cui senatori si sono astenuti nell’ultima votazione, ed è stato più volte modificato sia dalla Camera sia dal Senato, ottenendo il via libera definitivo solo dopo una doppia lettura di entrambi i rami del Parlamento.
Durante l’esame parlamentare, il testo ha suscitato le critiche di Fratelli d’Italia, i cui senatori si sono astenuti nell’ultima votazione, ed è stato più volte modificato sia dalla Camera sia dal Senato, ottenendo il via libera definitivo solo dopo una doppia lettura di entrambi i rami del Parlamento.