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Spese militari

Le spese militari italiane sono strettamente collegate alla nostra appartenenza alla Nato, l’organizzazione militare che riunisce 30 Paesi occidentali, finanziata dagli stessi membri attraverso contributi diretti e indiretti. 

In un certo senso, potremmo dire che l’aumento delle spese militari, di cui si è ampiamente discusso nel corso del 2022, “ce lo chiede la Nato”.  I Paesi membri della Nato hanno preso l’impegno di investire almeno il 2 per cento del proprio Pil nella spesa militare.

L’obiettivo non è comunque vincolante e l’Italia, nonostante una serie di aumenti, non è ancora arrivata a investire la somma richiesta dalla Nato. A marzo 2022 il governo Draghi ha approvato un ordine del giorno che impegnava l’Italia ad aumentare le spese militari fino al 2 per cento del Pil, ma alcuni partiti – come il Movimento 5 stelle e Sinistra italiana – si sono schierati contro l’aumento della spesa.

Anche Fratelli d’Italia, il partito dell’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si è espresso a favore di nuovi investimenti nel settore della difesa, affermando la necessità di difendere gli interessi nazionali ed europei.
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