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Concorrenza

Uno dei temi più scottanti al centro della politica italiana nella diciottesima legislatura, tra il 2018 e il 2022, è stato quello della concorrenza. Nel linguaggio economico, il termine concorrenza fa riferimento alla situazione in cui i soggetti del mercato, per esempio le imprese, operano in condizioni di equità e regole uguali per tutte. 

In tema di concorrenza, da alcuni anni in Italia si parla delle cosiddetta “direttiva Bolkestein”, una norma approvata dalla Commissione europea nel 2006 che ha l’obiettivo di promuovere la parità tra professionisti e imprese nell’accesso ai mercati dell’Unione europea. In Italia, il dibattito sulla direttiva Bolkestein si è concentrato quasi sempre sulle concessioni balneari e su quelle agli ambulanti. Secondo la direttiva, gli spazi occupati da ambulanti e stabilimenti dovrebbero essere messi a gara, a livello europeo, al momento della scadenza della concessione. 

In base ai dati del Ministero delle Infrastrutture, aggiornati a maggio 2021 e analizzati dalla Corte dei Conti, in Italia le concessioni dei beni demaniali marittimi ad uso turistico sono poco meno di 12.200, da cui lo Stato ha ricavato in media, tra il 2016 e il 2020, meno di 100 milioni di euro l’anno. In sostanza, circa 2 mila euro all’anno per stabilimento, un cifra molto bassa, se si pensa che alcune di queste strutture fatturano milioni di euro ogni estate.

I titolari delle concessioni hanno sempre fatto pressione perché la direttiva non venisse applicata, per il timore di perdere gli spazi in questione, e spesso le loro ragioni sono state accolte dai decisori politici. 

Sul tema è intervenuta la legge annuale sulla concorrenza, un provvedimento normativo che ogni anno ha il compito di rivedere lo stato della legislazione e verificare se permangano vincoli normativi che ostacolano ingiustificatamente la competitività e l’innovazione. La legge annuale sulla concorrenza approvata dal Parlamento il 2 agosto 2022 e fondamentale per ricevere le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha stabilito che le concessioni balneari dovranno essere messe a gara non oltre il 2023, secondo quanto previsto da una sentenza del Consiglio di Stato. Dalla legge è stata invece cancellata la norma che prevedeva la liberalizzazione del settore dei taxi, in seguito alle accese proteste dei taxisti avvenute tra giugno e luglio 2022. 
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