Il 24 febbraio la Russia ha ufficialmente avviato l’invasione dell’Ucraina, in quella che il presidente russo Vladimir Putin ha definito una «speciale operazione militare» per «smilitarizzare e denazificare» il Paese. Un paio di giorni prima Putin aveva tenuto un lungo discorso, per riconoscere l’indipendenza delle due repubbliche separatiste del Donbass, e non solo.
Il quotidiano statunitense Washington Post, con la sua sezione The Fact Checker, e la Bbc, principale emittente televisiva britannica, hanno provato a verificare le parole pronunciate in televisione dal presidente russo. Secondo il Washington Post, nel discorso del 21 febbraio Putin ha fatto diverse «affermazioni dubbie, sia da un punto di vista storico che fattuale», mentre la Bbc non si è sbilanciata su un giudizio generale. I fact-checker di VoxUkraine, un progetto giornalistico ucraino membro dell’International fact-checking network (Ifcn), hanno invece definito Putin come il «principale bugiardo al mondo».
Quello che sembra emergere dal lavoro dei nostri colleghi statunitensi e britannici è la difficoltà e la peculiarità nel verificare le dichiarazioni Putin, secondo la metodologia adottata anche da Pagella Politica. Da un lato, le lunghe dichiarazioni del presidente russo si basano in gran parte su posizioni storico-culturali articolate, che rimandano a una visione della cultura e del popolo russo contestati – a essere generosi – dalla maggior parte degli storici. Dall’altro lato, sulle dichiarazioni di Putin che poggiano su aspetti geopolitici e dati economici, come vedremo, spesso non è semplice arrivare a conclusioni nette. Qui contribuisce il fatto che nella stessa Russia c’è poca trasparenza da parte delle istituzioni, a volte mancano proprio i dati necessari per le verifiche, e non esistono organizzazioni di fact-checking indipendenti nel Paese.
Il quotidiano statunitense Washington Post, con la sua sezione The Fact Checker, e la Bbc, principale emittente televisiva britannica, hanno provato a verificare le parole pronunciate in televisione dal presidente russo. Secondo il Washington Post, nel discorso del 21 febbraio Putin ha fatto diverse «affermazioni dubbie, sia da un punto di vista storico che fattuale», mentre la Bbc non si è sbilanciata su un giudizio generale. I fact-checker di VoxUkraine, un progetto giornalistico ucraino membro dell’International fact-checking network (Ifcn), hanno invece definito Putin come il «principale bugiardo al mondo».
Quello che sembra emergere dal lavoro dei nostri colleghi statunitensi e britannici è la difficoltà e la peculiarità nel verificare le dichiarazioni Putin, secondo la metodologia adottata anche da Pagella Politica. Da un lato, le lunghe dichiarazioni del presidente russo si basano in gran parte su posizioni storico-culturali articolate, che rimandano a una visione della cultura e del popolo russo contestati – a essere generosi – dalla maggior parte degli storici. Dall’altro lato, sulle dichiarazioni di Putin che poggiano su aspetti geopolitici e dati economici, come vedremo, spesso non è semplice arrivare a conclusioni nette. Qui contribuisce il fatto che nella stessa Russia c’è poca trasparenza da parte delle istituzioni, a volte mancano proprio i dati necessari per le verifiche, e non esistono organizzazioni di fact-checking indipendenti nel Paese.