Anche la Lega ha le sue responsabilità sui tappi di plastica attaccati alle bottiglie

Le norme che hanno introdotto questa novità sono state approvate durante due governi sostenuti dal partito di Salvini  
Pagella Politica
Il 27 maggio il leader della Lega Matteo Salvini ha pubblicato sui social network l’immagine di un uomo che beve con difficoltà dell’acqua da una di quelle bottigliette di plastica in cui il tappo resta attaccato. «Eco-norme surreali volute da Bruxelles? No, grazie», ha scritto il leader della Lega, rilanciando lo slogan del suo partito per le elezioni europee: “Più Italia, meno Europa”.
In realtà anche la Lega di Salvini ha le sue responsabilità sulla norma che obbliga i produttori di bottigliette di plastica a far sì che il tappo non possa staccarsi ed essere disperso nell’ambiente.

Facciamo un passo indietro di quasi cinque anni. A giugno 2019 è stata ufficialmente pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea la direttiva «sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente», in particolare dei prodotti di plastica monouso. Come spiega il sito ufficiale dell’Unione europea, una direttiva «è un atto giuridico che stabilisce un obiettivo che tutti i Paesi dell’Ue devono conseguire», con un certo margine di autonomia, dato che «spetta ai singoli Paesi definire attraverso disposizioni nazionali» come conseguire l’obiettivo fissato a livello comunitario. Tra le altre cose, la direttiva del 2019 ha stabilito (articolo 6) che, in tutti gli Stati membri, i tappi delle bottiglie con una capacità fino a 3 litri possono essere immessi sul mercato solo se restano attaccati alle bottiglie. 

Il percorso legislativo della direttiva era iniziato a maggio 2018, quando la Commissione europea – all’epoca guidata dal lussemburghese Jean-Claude Juncker, esponente del Partito Popolare Europeo (PPE) – aveva proposto nuove regole per ridurre l’impatto della plastica monouso sull’ambiente. Il testo è stato poi esaminato e modificato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Ue, ed è stato approvato definitivamente alla fine di maggio 2019. All’epoca – lo ricordiamo – in Italia era in carica il primo governo di Giuseppe Conte, sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, con Salvini ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio.

Il voto finale al Parlamento europeo è arrivato il 27 marzo 2019, con 560 voti favorevoli, 35 contrari e 28 astenuti. Tra i voti contrari, c’erano stati anche quelli di alcuni parlamentari europei della Lega, che facevano parte del gruppo “Europa delle Nazioni e della Libertà” (ENF). Alcuni parlamentari europei di ENF avevano comunque votato a favore. Durante le dichiarazioni di voto, nessun esponente della Lega aveva preso la parola in aula. 

Il via libera definitivo del Consiglio dell’Ue è invece arrivato il 21 maggio 2019. In quell’occasione la direttiva aveva ricevuto il voto favorevole di 27 Stati Ue su 28 (all’epoca nell’Ue c’era ancora il Regno Unito), e una sola astensione: non dell’Italia, ma dell’Ungheria. Il testo era stato approvato perché bastava raggiungere la cosiddetta “maggioranza qualificata”, che nel Consiglio dell’Ue si calcola tenendo conto della popolazione dei singoli Stati. In quell’occasione, dunque, il governo italiano – di cui faceva parte la Lega – avrebbe potuto prendere una posizione contraria al provvedimento, e invece si era schierato a favore. 

Il ministro dell’Ambiente del primo governo Conte era Sergio Costa del Movimento 5 Stelle, che il 21 maggio 2019 aveva festeggiato con un comunicato stampa l’approvazione della direttiva da parte del Consiglio dell’Ue. «L’adozione in via definitiva, da parte del Consiglio dell’Ue, della direttiva che vieta dal 2021 i prodotti in plastica monouso segna la fine, ma anche l’inizio di un percorso: un’Europa sempre più libera dalla plastica, grazie a nuove norme più stringenti. L’Italia, capofila nella grande battaglia contro la plastica monouso, non abbasserà la guardia», aveva dichiarato Costa.

Come anticipato, le direttive europee devono poi essere recepite dai singoli Stati membri. In Italia questo è stato fatto dal governo con l’approvazione a novembre 2021 di un decreto legislativo. All’epoca il governo in carica era quello di Mario Draghi, sostenuto anche questo dalla Lega di Salvini.

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