Entro il 2026 l’Italia dovrebbe ricevere dall’Unione europea oltre 190 miliardi di euro, per lo più in prestito, per finanziare il proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Il Pnrr italiano è un documento di 273 pagine che illustra tutte le iniziative per le quali l’Italia ha intenzione di spendere i fondi arrivati dal programma Next generation Eu, il piano europeo per rilanciare l’economia dei 27 Paesi membri in seguito alla crisi dovuta alla pandemia da Covid-19. Il Pnrr è composto da sei “Missioni”: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione; Salute.
Da mesi, i partiti, i politici e i mezzi di informazione presentano questi “soldi dell’Europa” come un’occasione imperdibile per il nostro Paese: dalla transizione ecologica a quella digitale, passando per le infrastrutture, la sanità e l’istruzione, il Pnrr stanzia infatti decine di miliardi di euro in progetti che promettono di trasformare l’Italia, a patto di rispettare le scadenze: i fondi europei vengono infatti concessi a rate e a patto che l’Italia rispetti gli impegni presi con la Commissione europea.
In ogni caso, a inizio 2023 l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) era ancora troppo poco trasparente e per gli organi d’informazione era ancora molto difficile monitorare la spesa degli oltre 190 miliardi di euro che arriveranno all’Italia dall’Unione europea entro il 2026. Per questo motivo, oltre 50 realtà del mondo civico hanno lanciato la campagna #ItaliaDomaniDatiOggi, per chiedere un maggiore impegno verso la trasparenza al governo.
Il Pnrr italiano è un documento di 273 pagine che illustra tutte le iniziative per le quali l’Italia ha intenzione di spendere i fondi arrivati dal programma Next generation Eu, il piano europeo per rilanciare l’economia dei 27 Paesi membri in seguito alla crisi dovuta alla pandemia da Covid-19. Il Pnrr è composto da sei “Missioni”: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione; Salute.
Da mesi, i partiti, i politici e i mezzi di informazione presentano questi “soldi dell’Europa” come un’occasione imperdibile per il nostro Paese: dalla transizione ecologica a quella digitale, passando per le infrastrutture, la sanità e l’istruzione, il Pnrr stanzia infatti decine di miliardi di euro in progetti che promettono di trasformare l’Italia, a patto di rispettare le scadenze: i fondi europei vengono infatti concessi a rate e a patto che l’Italia rispetti gli impegni presi con la Commissione europea.
In ogni caso, a inizio 2023 l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) era ancora troppo poco trasparente e per gli organi d’informazione era ancora molto difficile monitorare la spesa degli oltre 190 miliardi di euro che arriveranno all’Italia dall’Unione europea entro il 2026. Per questo motivo, oltre 50 realtà del mondo civico hanno lanciato la campagna #ItaliaDomaniDatiOggi, per chiedere un maggiore impegno verso la trasparenza al governo.