Il referendum irlandese sul matrimonio tra coppie dello stesso sesso è stato un trionfo per il campo del “sì” – i risultati del referendum hanno infatti approvato, con una maggioranza del 62%, l’inserimento dei matrimoni tra coppie dello stesso sesso nella costituzione irlandese. Inevitabilmente, l’evento ha riacceso il dibattito anche in Italia, suscitando dal governo la promessa di accelerare l’approvazione di un provvedimento sulle unioni civili.



L’Italia, unico Paese in Europa Occidentale senza una legge sulle unioni civili



In Italia il dibattito sui diritti delle coppie dello stesso sesso ha subito, nel corso di questi ultimi mesi, un’accelerazione. Dalla polemica sulla trascrizione in Comune dei matrimoni stipulati all’estero, al percorso (al momento rallentato) del disegno di legge sulle unioni civili (al momento in attesa di essere approvato dal Senato), la questione ha raggiunto una valenza ed un significato che rende ormai impossibile ignorarla. Detto ciò, l’Italia si trova al momento estremamente indietro rispetto ad altri Paesi dell’Unione Europea riguardo ai diritti delle coppie dello stesso sesso, anche se non è – come viene spesso ripetuto – l’unico Paese ad ignorare completamente la questione.



La situazione attuale è esemplificata da ILGA-Europe (la sezione europea della International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association). La sua mappa raffigura le condizioni dei diritti dei cittadini europei non eterosessuali e l’Italia figura tra i Paesi con il punteggio più basso.



Il punteggio è assegnato pesando una serie di fattori – da evidenze di discriminazione al riconoscimento legale di diritti, per passare all’esistenza di leggi sull’omofobia alla libertà di riunione e di espressione. Per quanto riguarda il riconoscimento del matrimonio tra coppie dello stesso o l’esistenza di norme sulle unioni civili, l’Italia è caratterizzata dalla loro totale assenza, in compagnia di altri otto Paesi dell’Unione Europea (Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia). Sono invece sei i Paesi che non riconoscono il matrimonio tra coppie dello stesso sesso ma che prevedono al contempo una forma di unione civile (Croazia, Finlandia, Germania, Malta, Repubblica Ceca, Ungheria).



Insomma, non possiamo stabilire che l’Italia sia l’unico Paese dell’Unione Europea ad essere caratterizzato da una totale assenza di norme sulle unioni tra coppie dello stesso sesso – è anche vero però che rispetto a molti altri Paesi dell’Unione siamo particolarmente indietro, e che esistono enormi spazi di miglioramento.