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Partiti antisistema

Complottisti, no-vax, euroscettici, capipopolo: fuori dal sistema della politica nazionale esiste una galassia di partiti e movimenti contro il «mainstream» e il «pensiero unico», come li chiamano loro, più o meno strutturati e diffusi sul territorio italiano. Da quelli che hanno già una rappresentanza parlamentare a quelli fondati intorno alla figura di un leader carismatico, i partiti antisistema rappresentano una galassia nascosta, ai margini del dibattito politico italiano, ma presente e radicata in alcune parti della popolazione. 

Alcuni di questi partiti sono riusciti a candidarsi alle ultime elezioni politiche del 25 settembre 2022, come per esempio “Italexit-per l’Italia con Paragone”, fondato nel 2020 dall’ex senatore ed ex conduttore televisivo Gianluigi Paragone. Altri invece non ce l’hanno fatta, spesso perché non sono riusciti a raggiungere le firme necessarie per presentare le liste. È il caso per esempio della lista presentata dall’ex generale dei carabinieri Antonio Pappalardo, leader dei cosiddetti Gilet arancioni. Tra i punti principali del programma di Pappalardo c’erano un «accertamento scientifico» sulla Covid-19, per «verificarne la pericolosità pandemica e la sua letalità, tali da bloccare «l’intera economia mondiale», e le «dimissioni immediate di Sergio Mattarella, governanti e parlamentari in quanto tutti abusivi e illegittimi».

In ogni caso, nessuno dei partiti antisistema che si sono presentati alle elezioni è riuscito a eleggere un suo rappresentante in Parlamento.
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