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Blocco navale

È una delle proposte più discusse di Fratelli d’Italia nella campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre 2022. A quasi un mese dal voto, la leader del partito Giorgia Meloni aveva proposto di istituire un «blocco navale» lungo le coste del Nord Africa per impedire gli sbarchi di immigrati sulle coste italiane. Questa proposta è stata criticata da diversi esponenti del centrosinistra, perché considerata incompatibile con il diritto internazionale e di impossibile realizzazione.

Nel diritto del mare, infatti, il blocco navale è considerato a tutti gli effetti un atto di guerra, perché è un atto ostile con cui uno Stato (in questo caso, l’Italia) impedisce l’entrata e l’uscita delle navi dai porti di un altro Paese (per esempio la Libia). In un documento pubblicato nel 2021, Fratelli d’Italia aveva comunque chiarito che il partito non adotta una definizione di «blocco navale» legata a scopi bellici, ma si riferisce più semplicemente a una «interdizione alle partenze fatta in accordo e collaborazione con i libici». Secondo il partito di Meloni, in questo caso il «blocco navale» consisterebbe in «una missione militare europea, realizzata in accordo con le autorità libiche, per impedire ai barconi di immigrati di partire in direzione dell’Italia». L’idea di «blocco navale» di Fratelli d’Italia sembra comunque avere diversi limiti pratici e politici, uno dei quali riguarda proprio la possibilità di stringere accordi tra le istituzioni europee e le autorità libiche.
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