Da alcuni anni in Italia sono state adottate regole specifiche per favorire l’elezione delle donne a cariche politiche e incentivare quindi la parità di genere tra gli eletti.
Una legge del 2012 ha stabilito infatti due principi. In base al primo, nei comuni con più di 5 mila abitanti nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore a due terzi. In base al secondo principio, nei comuni con più di 15 mila abitanti vale la “doppia preferenza di genere”: si può esprimere la preferenza a due candidati, a patto che siano di sesso diverso (pena l’esclusione della seconda preferenza). Una legge del 2014 ha poi stabilito che nelle giunte dei comuni con più di 3 mila abitanti nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento.
Secondo alcuni il sistema delle quote è un’esempio di discriminazione alla rovescia rispetto alle donne stesse, elette “per forza” e non sulla base di meriti oggettivi, e rispetto alle altre minoranze non ugualmente tutelate. Di recente alcuni ricercatori hanno analizzato con metodi statistici i dati delle ultime elezioni amministrative in Italia e hanno rilevato come queste nuove regole abbiano avuto comunque un effetto positivo nell’incentivare la parità di genere.
Una legge del 2012 ha stabilito infatti due principi. In base al primo, nei comuni con più di 5 mila abitanti nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore a due terzi. In base al secondo principio, nei comuni con più di 15 mila abitanti vale la “doppia preferenza di genere”: si può esprimere la preferenza a due candidati, a patto che siano di sesso diverso (pena l’esclusione della seconda preferenza). Una legge del 2014 ha poi stabilito che nelle giunte dei comuni con più di 3 mila abitanti nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento.
Secondo alcuni il sistema delle quote è un’esempio di discriminazione alla rovescia rispetto alle donne stesse, elette “per forza” e non sulla base di meriti oggettivi, e rispetto alle altre minoranze non ugualmente tutelate. Di recente alcuni ricercatori hanno analizzato con metodi statistici i dati delle ultime elezioni amministrative in Italia e hanno rilevato come queste nuove regole abbiano avuto comunque un effetto positivo nell’incentivare la parità di genere.