È una grandezza propria del linguaggio macroeconomico e utilizzata nel dibattito politico e nei media. Misura il valore di tutti i prodotti e i servizi realizzati da uno Stato in un determinato arco di tempo, generalmente un anno. Si definisce “interno” perché comprende tutte le attività economiche svolte all’interno del Paese, inclusi i prodotti realizzati da operatori esteri, ed è “lordo” perché il valore di questa grandezza è calcolato al lordo degli ammortamenti, cioè del deprezzamento che tutti i beni subiscono nel corso di un anno dalla loro produzione.
Il Pil è considerato il principale indicatore del benessere di un Paese, anche se di recente diverse istituzioni italiane ed europee che si occupano di statistica hanno affermato la necessità di superare questo indicatore, che valuta il progresso di una società solo da un punto di vista economico.
Per calcolare il Pil di un Paese si può guardare alla produzione di beni e servizi (lato dell’offerta) oppure al loro acquisto (lato della domanda, o della spesa): il risultato finale non cambia, anche se spesso i politici hanno fatto confusione. Nel 2019 il Pil italiano corrispondeva a circa 1,8 migliaia di miliardi di euro.
Il Pil è considerato il principale indicatore del benessere di un Paese, anche se di recente diverse istituzioni italiane ed europee che si occupano di statistica hanno affermato la necessità di superare questo indicatore, che valuta il progresso di una società solo da un punto di vista economico.
Per calcolare il Pil di un Paese si può guardare alla produzione di beni e servizi (lato dell’offerta) oppure al loro acquisto (lato della domanda, o della spesa): il risultato finale non cambia, anche se spesso i politici hanno fatto confusione. Nel 2019 il Pil italiano corrispondeva a circa 1,8 migliaia di miliardi di euro.