Negli ultimi anni questo termine è stato sempre più utilizzato per definire tutti i migranti che arrivano o si trovano già sul territorio italiano in modo illegale, ossia violando le leggi sull’immigrazione.

Secondo diverse associazioni, tra cui l’Associazione Carta di Roma, fondata per garantire una informazione corretta sui temi dell’immigrazione, il termine “clandestino” contiene però implicitamente «un giudizio negativo aprioristico» e «suggerisce l’idea che il migrante agisca al buio, di nascosto, come un malfattore». Inoltre questa definizione è da considerare giuridicamente scorretta se usata per definire le persone che tentano di raggiungere l’Europa e non hanno ancora avuto la possibilità di fare richiesta di protezione internazionale, quelle che hanno fatto la richiesta e sono in attesa di una risposta oppure chi si è visto rifiutata la richiesta di asilo o non gode più di una forma di protezione umanitaria. In tutti questi casi il termine più corretto da utilizzare è quello di “migranti irregolari”.

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