Il 26 gennaio su Facebook è stato pubblicato un video che mostra un mercato con dei banconi pieni di animali (tra cui serpenti, pollame e cani) in vita, morti o con parti di corpo di essi. Le immagini sono accompagnate da un commento in cui si sostiene che si tratterebbe di un «mercato in Cina», con una «situazione igenico-sanitaria» pari a «zero». Il video viene direttamente collegato al Coronavirus che, stando a quanto riportato, in Cina «sta terrorizzando il mondo per il rischio epidemia, che può essere stato trasmesso all’uomo da serpenti venduti nei mercati di pollame e pesce».


Il riferimento è al coronavirus 2019-nCoV nato in Cina. L’epidemia, stando alle prime ricostruzioni, avrebbe avuto origine in un mercato del pesce a Wuhan (Cina). Ad oggi però questa ricostruzione non può ancora considerarsi ufficiale; un articolo pubblicato su Science spiega, ad esempio, che in base all’analisi dei primi casi clinici questa ipotesi non troverebbe conferme.


Il video condiviso su Facebook è fuorviante: il video è reale ma mostra un mercato in Indonesia, non in Cina come riportato.


Come ha verificato il sito di fact-checking AFP factuel lo stesso video è stato pubblicato il 19 luglio 2019 su Youtube e mostra un mercato sull’isola di Sulawesi, in Indonesia, dove le condizioni di macellazione degli animali sono state al centro di forti critiche.