Il 23 gennaio su Facebook è stata condivisa un’immagine che mostra la richiesta, datata 23 luglio 2015, di un brevetto (nello specifico, il numero 10130701) di un virus, classificato come «Coronaviridae» da parte del Pirbright Institute. L’immagine è accompagnata da un commento in cui si legge che si tratterebbe della «carta d’identità del Coronavirus, creato in laboratorio nel 2015». Il riferimento è al virus che in Cina ad oggi ha provocato la morte di 81 persone.


Questa notizia è falsa.


L’immagine in questione si riferisce ad un brevetto per la creazione di un vaccino per la prevenzione delle malattie respiratorie in diversi animali e non c’entra nulla con il coronavirus nCoV-2019, il nuovo ceppo di coronavirus diffuso oggi in Cina.


L’errore nasce dall’uso della parola Coronavirus. Come spiega infatti il sito del Ministero della Salute con questo termine si intende «una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS)».


Il brevetto del Pirbright Institute, ricostruisce l’Associated Press, è relativo a due virus che fanno parte della famiglia dei coronavirus: uno collegato alla bronchite infettiva aviaria, che infetta il pollame, e il delta-coronavirus suino, che infetta i suini. Lo stesso Pirbright Institute ha chiarito che il suo brevetto (n. 10130701) riguarda «lo sviluppo di una forma indebolita del coronavirus che potrebbe essere potenzialmente utilizzata come vaccino per prevenire le malattie respiratorie negli uccelli e in altri animali» e che attualmente non ha a che fare con i coronavirus umani.