Il 15 maggio 2018 il sito Tutto 24h ha pubblicato un articolo dal titolo “Trovato ARSENICO cancerogeno nelle acque minerali italiane: ECCO LA LISTA”.

Nel testo si legge che “l’arsenico è molto pericoloso per la salute dell’uomo perché potenzialmente cancerogeno” e che “purtroppo alcune acque minerali in commercio ne presentano delle tracce. Vediamo l’elenco completo”. Lo stesso pezzo continua spiegando che il limite della presenza di arsenico imposto dall’Unione europea sotto il quale le acque minerali possono considerarsi sicure è di 10 microgrammi per litro, e che un’indagine pubblicata nel 2010 da Le Scienze avrebbe permesso di conoscere tutti i dati relativi alla composizione delle acque minerali europee. “Nel caso di quelle italiane – si legge ancora su Tutto 24h – è stato quindi possibile conoscere tra gli altri, anche il valore per litro del tanto discusso arsenico: il risultato è stato che in “nessuna è stato riscontrato un valore superiore” a quello imposto dall’Ue.

Si tratta di una notizia di 8 anni fa, condivisa più volte nel tempo da vari siti con titoli allarmistici. Andiamo con ordine. Tutto 24h ha rielaborato e ripreso gran parte di un articolo (senza citarlo) pubblicato su Ambiente Bio il 10 ottobre 2013. La notizia è girata in Rete anche nel 2014 e nel 2017, come ha mostrato il sito di fact-checking Butac.

Tutto nasce da uno studio pubblicato da Le Scienze nel maggio del 2010, in cui venivano analizzate la qualità delle acque minerali in commercio in Italia, specificando le sostanze (e la loro quantità), tra cui l’arsenico, presenti in esse.

Diversi siti hanno poi ripreso questo studio, concentrandosi però solo sulla presenza dell’arsenico nelle acque minerali e la sua pericolosità per l’uomo. All’inizio di questi articoli, come ad esempio in quello di Tutto 24h si legge che “l’arsenico è molto pericoloso per la salute dell’uomo perché potenzialmente cancerogeno” e che “purtroppo alcune acque minerali in commercio ne presentano delle tracce”. Nello stesso pezzo si chiarisce però in fondo che lo studio del 2010 ha mostrato che in nessuna acque minerale è stato riscontrato un tasso di arsenico superiore ai limiti consentiti dalla legge.

Come ha scritto il giornalista scientifico Gianluca Dottori su Wired – che si era occupato lo scorso anno della notizia “gonfiata” riproposta ogni tot di tempo – “l’esito dell’indagine sulle acque italiane farebbe concludere che tutti i marchi commerciali italiani sono in linea con i limiti di legge, e che in nessun caso c’è la necessità di intervenire con azioni correttive, confermando le autorizzazioni al commercio concesse dal ministero della sanità, a cui fanno seguito controlli di qualità a cadenza trimestrale”. Quindi, in nessun caso ci sarebbe pericolo.

Dottori, inoltre, ha spiegato che ogni persona assume quotidianamente piccolissime quantità di arsenico (in forma inorganica), che come contaminante può essere presente non solo nell’acqua ma anche nei cibi e “che gli effetti cancerogeni di cui si parla sono reali, ma riguardano solo assunzioni abbondanti”. Non solo: “limitarsi a valutare il solo contenuto di arsenico rischia di essere fuorviante, sia perché in tutti i casi si tratta di valori a norma sia perché gli elementi in tracce sono numerosissimi e l’arsenico non è né l’unico né il più importante per valutare la qualità dell’acqua”.