Nelle scorse settimane l’Australia è stata colpita da numerosi incendi che hanno avuto un impatto significativo sulla flora e sulla fauna locali.


Nel New South Wales e in Queensland, aree che si affacciano sulla costa sud-est del Paese, i vigili del fuoco locali hanno parlato di un livello di rischio «catastrofico», utilizzato per la prima volta da quando è stata introdotta la categoria nel 2009. La mappa interattiva e aggiornata in tempo reale MyFireWatchmostra ancora, al 27 novembre 2019, una situazione di potenziale pericolo e diverse aree in fiamme.


Tra le vittime di questo disastro ambientale ci sono anche i koala, tra i marsupiali simbolo dell’Australia. Il video di una donna che ha cercato di mettere in salvo un esemplare ha avuto una grandissima diffusione.





Video: Donna mette in salvo un koala dalle fiamme in Australia – Fonte: Youtube


Ma veniamo al punto: nei giorni scorsi alcuni media e utenti dei social network italiani e internazionali hanno scritto che questi animali sarebbero «funzionalmente estinti» in seguito agli incendi che si sono verificati a novembre 2019.


Si tratta però di una bufala: le cose non stanno così.


Non è la prima volta che una notizia simile viene messa in circolo. Era già successo a maggio 2019, dopo la pubblicazione di un rapporto sullo stato di salute dei Koala da parte dell’Australian Koala Foundation (Akf). Un comunicato stampa dell’Afk riteneva che la specie rischiava di essere «funzionalmente estinta» in tutta l’Australia, senza però fornire informazioni specifiche sul numero degli esemplari presenti e il loro ruolo nell’ecosistema australiano. Anche in questo caso, la notizia era stata ampiamente ripresa (qui, qui, qui), portando già ad alcune smentite.



Che cosa vuol dire «funzionalmente estinti»


Secondo quanto riporta National Geographic, l’espressione «funzionalmente estinto» viene utilizzata quando una specie non ha più abbastanza membri per dare vita a nuove generazioni o svolgere un ruolo attivo all’interno del suo ecosistema.


Come spiegato a Pagella Politica dal giornalista scientifico Alfonso Lucifredi, con questo termine si possono indicare le «specie in cui non ci sono più possibilità concrete di riprodursi (ad esempio per mancanza di individui fertili) o i loro numeri sono talmente ridotti da non permettere loro di svolgere la loro funzione all’interno dell’ecosistema». Lucifredi ha poi precisato che l’International Union for the Conservation of Nature (Iucn), l’organo incaricato di classificare lo «status di conservazione delle specie», «non ha una categoria “funzionalmente estinto”», utilizzando invece altri termini quali “estinto”, “a rischio critico”, “a rischio”, “vulnerabile”.


La definizione è confermata a Pagella Politica da Luigi Boitani, professore ordinario di zoologia all’Università Sapienza di Roma. Secondo Boitani il concetto di «funzionalmente estinto» è estremamente soggettivo e la soglia di partecipazione dell’animale nell’ecosistema in cui si trova è spesso molto arbitraria nella sua definizione.


Per fare un esempio nostrano, si può pensare all’orso umbro di cui negli anni passati si è parlato spesso: fino a quando anche un solo esemplare si nutrirà, ad esempio, di un frutto del faggio, la sua specie starà in qualche modo avendo un ruolo attivo all’interno del proprio ecosistema.



I koala, gli eucalyptus e il fuoco


A differenza di altre specie che abitano il territorio australiano, i koala (nome scientifico Phascolarctos cinereus) sono messi particolarmente a rischio dagli incendi, vista la loro costituzione e le abitudini della specie.


In caso di pericolo, si arrampicano sugli alberi di eucalipto: luoghi particolarmente insicuri quando scoppia un incendio dal momento che si tratta di piante altamente infiammabili che raggiungono temperature molto alte in breve tempo.


David Bowman, direttore del centro di ricerca sugli incendi all’Università della Tasmania, ha detto a National Geographic che il picco delle morti dei koala registrate in questa occasione, mostrano che qualcosa sta andando diversamente rispetto al passato. Il fuoco sta infatti bruciando ad un’«intensità particolarmente elevata» che non permette agli animali di mettersi in salvo.



I koala oggi non sono «funzionalmente estinti»


Nel 2016 in Australia si stimavano circa 329.000 koala, con un calo del 24 per cento rispetto alla popolazione di tre generazioni precedenti. Il calcolo preciso è estremamente difficile da ottenere dal momento che si tratta di animali particolarmente timidi e che vivono di solito su alberi molto alti; questi due aspetti non sempre ne facilitano l’individuazione degli esemplari e il relativo conteggio.


Il pericolo di estinzione per la specie è legato, oltre a situazioni di rischio che nascono quando scoppiano degli incendi, anche ad altri diversi fattori come, ad esempio, il degrado della qualità della vegetazione di cui si nutrono (dovuto all’aumento dell’anidride carbonica che ha causato una diminuzione della qualità nutrizionale delle foglie di eucalipto), la siccità, gli attacchi da parte di altri animali e un continuo ampliarsi dello sviluppo del territorio urbano.


Ma come stanno le cose ora, dopo gli incendi? Come precisato anche dal Wwf, è sbagliato dire che la specie sia “funzionalmente estinta”. Il 26 novembre un comunicato ufficiale del Wwf ha fatto chiarezza sulla questione: questi animali, «anche se ridotti al lumicino, svolgono ancora una funzione cruciale negli ecosistemi di foresta australiani» che, come abbiamo visto, è una delle funzioni che una specie “funzionalmente estinta” non è più in grado di svolgere.


Se oggi la situazione è ancora sotto controllo, è però realistico un pericolo futuro. Stando ad un rapporto realizzato nel 2018 da Wwf Australia e da alcuni esperti, se non verranno fermate in tempo la deforestazione e le altre minacce che incombono sulla loro sopravvivenza in Australia orientale i koala si estingueranno entro il 2050 e, nell’intero Paese, entro il 2100.


Della stessa opinione anche Stuart Blanch, responsabile per il Wwf delle politiche per la conservazione delle foreste e dei boschi australiani. Secondo quanto detto da Blanch al Guardian il 26 novembre 2019, è possibile che esistano solo alcune aree molto ristrette in cui la specie può considerarsi «funzionalmente estinta», ma «ci sono ampie aree con un gran numero di koala che sono ancora vivibili». Blanch ha anche precisato come sia presto per conteggiare il numero di esemplari rimasti vittime degli incendi e la portata del fenomeno in termini di ettari bruciati.



In conclusione


È falso dire che i koala australiani siano “funzionalmente estinti” a causa degli incendi australiani di novembre 2019. Secondo il Wwf e diversi esperti, infatti, il numero di koala in Australia e il loro contributo all’ecosistema in cui vivono è ancora lontano dall’estinzione.


Il koala rimane un animale in pericolo. Una report realizzato da Wwf Australia nel 2018 ha stimato – se le condizioni di vita restano le stesse di quelle vissute dalle ultime tre generazioni – la possibilità di estinzione per la specie nella sola Australia orientale entro il 2050 e, nell’intero Paese, entro il 2100.