Il 6 gennaio su Facebook è stata pubblicata una foto con i due ex presidenti del Consiglio Romano Prodi e Paolo Gentiloni e la scritta: “’I Soldi dei terremotati? Tutti insabbiato’. ‘Il giudice archivia il caso!’. ‘I soldi degli sms non sono stati rubati. Solo non si trovano!’”.

L’immagine fa riferimento ai soldi raccolti dallo Stato tramite sms solidali dopo il terremoto che colpì alcuni territori del Centro Italia a partire dall’agosto 2016.

La raccolta fondi e la loro destinazione

Come ha spiegato la Protezione Civile sul proprio sito, visto che lo slancio solidale dei cittadini italiani verso le popolazioni colpite dal terremoto del 2016 era stato forte e partecipato fin da subito, erano stati attivati «un numero solidale 45500 – reso disponibile per tre raccolte, nelle diverse fasi dell’emergenza – e un conto corrente bancario dedicato». Queste donazioni – aveva specificato sempre la Protezione Civile – sarebbero servite per supportare la ricostruzione dei territori colpiti, mentre per la gestione dell’emergenza sarebbero stati utilizzati fondi pubblici, come previsto dal decreto legge n.189/2016.

In totale, sono stati raccolti 34.967.834,03 euro: 23.210.667 euro attraverso gli sms e 11.757.167,03 euro tramite il conto corrente bancario e il conto di tesoreria aperto in una prima fase dell’emergenza. Il 14 aprile 2017 è stato poi istituito «un Comitato di garanti con l’obiettivo di garantire la trasparenza nella gestione delle risorse e l’approvazione dei progetti presentati dal Commissario per la ricostruzione e dalle Regioni colpite», si legge ancora sul sito della Protezione Civile.

Di questi 34.967.834,03 euro, 34.537.834,03 euro sono stati poi ripartiti tra le Regioni interessate dal terremoto in base ai danni subiti: alle Marche è stato così assegnato il 62 per cento delle risorse, al Lazio e all’Umbria il 14 per cento e all’Abruzzo il 10 per cento. Il governo italiano ha fornito anche l’elenco dei progetti approvati e finanziati con i soldi raccolti tramite il 45500 e il conto corrente, come si può verificare qui.

L’inchiesta di Rieti

Il 24 settembre 2017, dal palco di Atreju, alla festa di Fratelli d’Italia, Sergio Pirozzi – allora sindaco di Amatrice e ora consigliere alla Regione Lazio – aveva denunciato che i soldi degli sms solidali non erano «mai arrivati alle popolazioni colpite dal sisma». Il giorno seguente, per via delle polemiche che erano nate dalle sue dichiarazioni, in una lettera a Il Tempo Pirozzi aveva chiarito di non aver «mai detto che quei soldi sono ‘spariti’», ma che voleva denunciare una «gestione scellerata», secondo lui, dei soldi degli sms da parte del Comitato per la ricostruzione.

Dopo le dichiarazioni dell’ex sindaco di Amatrice, la Procura di Rieti aveva aperto un’inchiesta. Giuseppe Saieva, procuratore di Rieti, aveva comunque precisato al Tg regionale del Lazio che l’indagine si sarebbe rivelata «una grossa bolla di sapone».