Lo scorso 21 febbraio, il sito italiapatriamia.eu ha pubblicato un articolo dal titolo “Piacenza: africani chiedono al prefetto 2000 euro al mese”.

Nel testo si legge che “un gruppo di delegati africani” sarebbe stato ricevuto “dal prefetto di Piacenza per discutere dei loro problemi”. Un capo delegazione, al termine dell’incontro in Prefettura, avrebbe poi detto alle TV locali che “il prefetto aveva offerto una somma di 500 euro al mese per far fronte alle loro necessità mentre lui e i suoi amici ritengono ‘che la somma non può essere inferiore a 2 mila euro al mese’”. L’articolo prosegue affermando che l’uomo, oltre ai soldi, avrebbe richiesto, “anche se non lo ha detto, l’alloggio”.

Si tratta di una notizia di cinque anni fa, spacciata per attuale e raccontata in maniera incompleta. Ma andiamo con ordine. L’articolo di italiapatriamia.eu è un copia e incolla di un commento pubblicato il 20 febbraio 2018 sul sito di Italia Oggi all’interno della rubrica “Diritto & Rovescio”.

Passiamo ai fatti raccontati. Italiapatriamia.eu non fornisce al lettore nessuno riferimento temporale per inquadrare quando la notizia si è verificata realmente. La vicenda in realtà è accaduta nel 2013 a Piacenza, come mostrato da diversi siti di fact-cheking come Butac.it, Bufale.net e davidpuente.it. Cinque anni fa, nel capoluogo emiliano c’era stata una protesta di alcuni profughi, scriveva il quotidiano locale Il Piacenza il 19 febbraio 2013: “Il motivo? Il 31 dicembre 2012 infatti è terminato lo stato di emergenza, e il 28 febbraio 2013 finiranno gli aiuti che hanno permesso loro di rimanere sul nostro territorio. Gli stranieri chiedono soldi per andarsene o di lavorare, per questo motivo stamattina una parte di loro si è riunita davanti alla Prefettura con tanto di striscioni («Siamo stanchi e stuffi») chiedendo di parlare con il Prefetto. Dopo l’incontro con il viceprefetto De Francesco nel quale è stato proposto loro un bonus di 500 euro a testa il fronte si è diviso: alcuni vorrebbero accettare, altri invece lo rifiutano. Quindi, per ora nulla di fatto, i profughi hanno dichiarato che proseguiranno con la protesta”.

Come spiegato dal quotidiano, quindi, i soldi richiesti non erano “al mese”, ma erano un bonus a testa una tantum che serviva, una volta fuori dal programma di assistenza, per iniziare una nuova vita, andandosene ad esempio da Piacenza o anche dall’Italia. La cifra dei 500 euro pro capite come buonuscita, inoltre, era stata prevista in una circolare sempre di febbraio del Ministero dell’Interno “per regolare le modalità di uscita dal sistema di accoglienza” per i profughi arrivati in Italia nel corso dell’Emergenza Nord Africa del 2011.

Il 28 febbraio 2013, poi, i profughi decidono di accettare i 500 euro, come
raccontato sempre da Il Piacenza.