Lo scorso 30 dicembre, il sito ambientebio.it ha pubblicato un articolo dal titolo “Il grande capo della Nestlé: ‘Gli esseri umani non hanno il diritto di accedere liberamente all’acqua’”. Nel pezzo si legge che “il presidente della multinazionale Nestlé, Peter Brabeck-Letmathe, ha sbattuto la porta in faccia a tutte quelle persone che credono di avere il diritto di accedere all’acqua come diritto essenziale, mentre ne chiede la privatizzazione per i soliti scopi commerciali”.

Il sito continua dicendo che “in qualità di ex-CEO (ora presidente ad honorem) di una delle più grandi aziende di prodotti alimentari del mondo, Brabeck-Letmathe ritiene che la risposta ai problemi globali dell’acqua non sia consentire alle persone i diritti di accesso all’acqua, ma, invece, farli pagare”.

Come prova di queste posizioni viene linkato un video in cui, si dice nel sito, Peter Brabeck avrebbe affermato che “l’acqua non è un diritto pubblico” e che “il diritto ad un bene essenziale come l’acqua è da considerarsi ‘estremista’”.

L’articolo di ambientebio.it riprende un pezzo in inglese uscito su neonnettle.com (sito che non gode di grande credibilità) pochi giorni prima, il 26 dicembre. Non vengono fornite indicazioni temporali su quando siano state fatte le affermazioni contestate: l’intera vicenda risale a oltre dieci anni fa e oggi l’uomo è uscito dall’azienda.

Oltre al problema cronologico, Brabeck è intervenuto in seguito chiarendo la sua posizione, che è stata definita “fuori contesto”. Ma andiamo con ordine.

Le dichiarazioni originali

Nel 2005 esce un documentario dal titolo “We feed the World” di Erwin Wagenhofer, in cui si racconta con un taglio critico la produzione industriale del cibo inserita nel contesto della globalizzazione. Tra le persone intervistate da Wagenhofer c’è anche Peter Brabeck, allora presidente di Nestlé, che afferma:

L’acqua è, naturalmente, la materia prima più importante che abbiamo oggi nel mondo. Esiste la questione se si dovrebbe privatizzare la normale fornitura d’acqua per la popolazione. In merito ci sono due opinioni diverse. La prima, che reputo estrema, è quella delle ONG, che si battono per dichiarare l’acqua un diritto pubblico. Ciò significa che come essere umano dovresti avere il diritto all’acqua. Questa è una soluzione estrema. L’altro punto di vista dice che l’acqua è un alimento come gli altri e che, come ogni altro prodotto alimentare, dovrebbe avere un valore di mercato. Personalmente, credo che sia meglio dare un valore a un prodotto alimentare in modo che tutti siano consapevoli del suo prezzo, e quindi che si dovrebbero prendere misure specifiche per la parte della popolazione che non ha accesso a quest’acqua, e ci sono molte diverse possibilità”.

Queste dichiarazioni, che partono dalla questione della privatizzazione dell’acqua, hanno ricevuto nel corso degli anni molte critiche dai sostenitori dei diritti umani, anche in riferimento alle polemiche – come spiega il sito statunitense di fact-checking Snopes – alimentate “dai casi in cui grosse aziende hanno privatizzato le riserve d’acqua delle comunità che sono state costrette a venderle o prestarla a causa della difficoltà economica, per poi alzare le bollette a prezzi che i residenti non potevano permettersi, e pertanto tagliandole fuori dalle loro stesse risorse”.

In altri casi, invece, sono state fornite semplificazioni del pensiero dell’ex presidente di Nestlé non corrispondenti al vero. Come
ad esempio, continua Snopes, la frase “l’acqua non è un diritto pubblico” (ripresa anche da ambientebio.it) che non è mai stata pronunciata da Brabeck, mentre è vero che l’idea che l’acqua sia un diritto pubblico è stata definita “estrema”.

La risposta di Nestlé

Per rispondere alle critiche e smentire le false frasi attribuite al proprio ex presidente, Nestlé nel 2013 ha pubblicato un video (qui in italiano) in cui compare Brabeck che chiarisce le sue affermazioni precedenti, dicendo che erano state prese fuori dal proprio contesto; l’uomo chiarisce inoltre che crede che l’acqua sia un diritto umano e che tutti nel mondo devono avere il diritto a un’acqua pulita e sicura da bere e da utilizzare per l’igiene.

Brabeck continua però specificando che crede anche “che l’acqua abbia un valore. Le persone che usano l’acqua che arriva nelle proprie case per irrigare il loro prato o lavare la propria auto dovrebbero sostenere il costo dell’infrastruttura necessaria per rifornirla”.




Nestlé ha inoltre precisato che dal 2009 Peter Brabeck non è più CEO e che dal gennaio 2017 ha lasciato l’azienda.