Il 24 dicembre su Facebook è stata pubblicata un’immagine composta dalla foto di un uomo con in braccio un bambino e da questo testo: «Muore Francesco 46 anni. Si era dato fuoco in tribunale quando avevano deciso di togliergli il figlio per i gravi disagi economici.. Chissà con i 40 euro giornalieri destinati ai migranti lo Stato Italiano avrebbe potuto aiutarlo… no???».
Questa è una notizia di 4 anni fa, ma pubblicata senza un chiaro riferimento temporale che permetta al lettore di capire quando il fatto si sia realmente verificato.
Il 31 luglio 2015 Francesco Di Leo, residente a Pesaro, si è dato fuoco nell’atrio del Tribunale dei minori di Ancona. Due giorni dopo, il 1° agosto 2015, è morto nel reparto di Rianimazione dell’ospedale della città. Come riportava il Corriere del Mezzogiorno, l’uomo temeva di perdere la custodia del figlio di 8 anni: «Il Tribunale voleva infatti affidare il bambino ad una struttura protetta, dopo i precedenti tentativi di suicidio dell’uomo, già indagato per droga e affidato in prova ai Servizi sociali». A queste questioni, secondo le ricostruzioni della stampa, si erano aggiunte anche problematiche economiche.
All’epoca, inoltre, il presidente del Tribunale aveva specificato che «il Tribunale dei Minori non toglie i bambini alle famiglie. Il nostro compito è di mettere in protezione i minori che vivono situazioni di disagio fisico e/o psicologico e offre percorsi di sostegno ai genitori che consentano loro di recuperare un’adeguata genitorialità».