Il 24 maggio il sito Attivo Tv ha pubblicato un articolo dal titolo “Mario Giordano: ‘È una strage di italiani, vi spiego che cosa ci uccide come in una guerra’”.
Il giornalista di Mediaset scriverebbe nel pezzo – ma, come vedremo, non si tratta di un articolo scritto per il sito che lo ha pubblicato – che “nei primi otto mesi dell’anno ci sono stati 445mila decessi contro i 399 mila dello stesso periodo dell’anno scorso. Un’impennata dell’11 per cento”.
Giordano continua ipotizzando che dietro questa crescita di morti ci sia la crisi economica che avrebbe costretto diversi italiani a rinunciare alle cure, ad abbassare il livello di alimentazione e a dormire per strada: “Certo, la popolazione invecchia. Certo, in inverno ci sono state meno vaccinazioni. E anche certi spettacoli della politica, a dir la verità, sono risultati piuttosto letali. Ma basta tutto questo a giustificare una strage simile a quella di una guerra mondiale? Ovviamente no. L’unica spiegazione possibile è dunque quella della crisi economica”.
Si tratta di un notizia di tre anni fa, pubblicata senza riferimenti in chiaro che permettano al lettore di capire quando si è verificata. Attivo Tv ha ripreso interamente, senza citarlo, un articolo del quotidiano Libero pubblicato il 25 dicembre 2015.
I dati Istat sulla mortalità nei primi 8 mesi del 2015
A fine dicembre, l’Istat aveva pubblicato i dati provvisori del bilancio demografico mensile. I numeri fecero notizia perché, si leggeva sui media, l’incremento di morti registrato non si vedeva da decenni e uscirono vari articoli, tra cui quello di Giordano, che si interrogavano sulla cause.
Il chiarimento dell’Istat
Per questo motivo, l’Istat, pochi giorni dopo, il 28 dicembre, precisò in un comunicato di chiarimento che i dati aggregati non permettevano un’analisi dettagliata per età e che non contemplavano le cause di morte, “disponibili soltanto due anni dopo l’anno di riferimento come previsto dal Regolamento europeo”. Inoltre l’Istat precisava che la stima dei 68mila morti a fine 2015 (basata sul trend dei primi 8 mesi dell’anno) riportata da diversi media sarebbe potuta “essere smentita qualora si registrasse una stabilità o addirittura un calo nel numero dei decessi come altre volte già avvenuto”.
Il rapporto Istat sull’andamento dei morti per il 2015 e le analisi delle possibili cause del Ministero della Salute
Il 19 febbraio 2016, l’Istat ha pubblicato un nuovo rapporto sull’andamento dei morti per mese – questa volta però riferito a tutto il 2015 e non solo ai primi 8 mesi dell’anno – in cui si stimavano circa 653 mila decessi, 54 mila in più rispetto al 2014 (+9,1%).
Dieci giorni dopo, il Ministero della Salute ha reso noto in un documento una prima analisi di questi dati. Nel documento venivano presentate le possibili cause: “Le valutazioni degli esperti e le indagini fino ad ora condotte concordano sull’ipotesi che fattori meteorologici (temperatura ambientale) e non meteorologici (virus influenzali), oltre all’ampiezza della popolazione a rischio, siano state le concause dell’incremento di mortalità osservato nel 2015 e spiegano la variabilità stagionale e interannuale della mortalità soprattutto nella popolazione molto anziana”.
Il Ministero continuava spiegando che “il 2015 sicuramente è stato un anno di mortalità elevata ma non dell’ampiezza che potrebbe risultare dalla sola analisi del numero di decessi del 2015 e del 2014”. Infine, non sembrava “confermato il sospetto del ruolo svolto dalla crisi economica e dalla minor qualità dell’assistenza da parte del SSN come possibili concause dell’incremento del rischio di mortalità”.
No, l’Ansa non ha pubblicato la notizia di una task force per l’emergenza coronavirus guidata da Mario Draghi