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Procedura di infrazione

In questo caso non è fatta da un vigile, come si potrebbe pensare, ma dalla Commissione europea, e colpisce gli Stati europei responsabili di una violazione del diritto comunitario. La procedura di infrazione si svolge in due fasi. La prima è detta “fase informale”, e avviene quando la Commissione europea rileva la violazione di una norma Ue da parte di uno Stato membro e procede all’invio di una “lettera di messa in mora”, concedendo allo Stato un termine di due mesi entro il quale presentare le proprie osservazioni. La violazione contestata consiste spesso nella mancata attuazione di una norma europea o l’adozione di un provvedimento nazionale in contraddizione con le norme comunitarie.

La seconda fase della procedura di infrazione è detta “fase formale”, ossia il contenzioso vero e proprio, che inizia con il ricorso formale per inadempimento della Commissione europea alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Se quest’ultima stabilisce l’effettiva violazione delle norme da parte dello Stato interessato, il Paese in questione deve porre immediatamente rimedio alla violazione accertata.

Secondo gli ultimi dati disponibili (febbraio 2023) le procedure di infrazione attualmente attive nei confronti dell’Italia sono 83, di cui 59 per violazione del diritto dell’Unione e 24 per mancato recepimento di direttive. In totale, ad aprile 2023 le procedure di infrazione attive in tutti i Paesi Ue sono 1.921, in media circa 71 procedure attive per ognuno dei 27 Paesi membri.
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