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Governo balneare

Nel linguaggio politico italiano, l’espressione si riferisce a un governo di breve durata e senza un programma specifico, nato di solito nei mesi estivi per mettere fine a una crisi politica e, se necessario, traghettare il Paese a nuove elezioni.

Uno dei primi politici a utilizzare l’espressione “governo balneare” è stato l’ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti, storico esponente della Democrazia cristiana (Dc). Secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa il 17 luglio 1951, dopo le dimissioni dell’allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi (Dc), Andreotti, che all’epoca era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, escluse la possibilità di un “governo balneare” per risolvere la crisi innescata quell’estate dalle dimissioni di De Gasperi. «Alla domanda “Crisi o rimpasto?” (Andreotti, ndr) ha infatti detto allusivamente: “Non si può fare un governo balneare”, facendo così intendere che non sarebbe stata adottata una soluzione di carattere provvisorio», si legge nelle pagine del quotidiano. 

Il “governo balneare” sembra essere una caratteristica del passato (ma in Italia mai dire mai). Dal 1992 a oggi, infatti, i governi nati durante i mesi estivi sono stati tre, ma in nessuno di questi casi si è trattato di un vero e proprio governo balneare, complice anche la durata più lunga degli esecutivi rispetto al passato.
Immagine 1. La prima pagina de La Stampa del 17 luglio 1951 – Fonte: Archivio storico La Stampa
Immagine 1. La prima pagina de La Stampa del 17 luglio 1951 – Fonte: Archivio storico La Stampa
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