Impropriamente definita anche tagliola (vedi: Tagliola), la ghigliottina è una procedura che permette di accelerare l’iter parlamentare di un disegno di legge (vedi: Disegno di legge) di conversione di un decreto-legge (vedi: Decreto-legge) e giungere immediatamente alla sua votazione finale, a prescindere dalla fase d’esame in cui si trovi.
La ghigliottina è esplicitamente prevista dal regolamento del Senato, che al comma 5 dell’articolo 78 stabilisce che «il disegno di legge di conversione, presentato dal governo al Senato, è in ogni caso iscritto all’ordine del giorno dell’assemblea in tempo utile ad assicurare che la votazione finale avvenga non oltre il trentesimo giorno dal deferimento».
Un decreto-legge deve essere convertito in legge, anche con modifiche, dalla Camera e dal Senato entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale: con la ghigliottina quindi l’Ufficio di presidenza del Senato dopo trenta giorni può decidere di porre in votazione il decreto, anche senza che l’iter parlamentare sia concluso. In questo caso gli emendamenti non esaminati decadono automaticamente. Siccome impedisce al Parlamento di svolgere la sua funzione di esame delle leggi, la ghigliottina è considerata una pratica da usare solo in casi di necessità.
Nonostante il regolamento della Camera non preveda esplicitamente la possibilità di ricorrere a questa pratica, la ghigliottina è stata usata due volte in quest’aula. A gennaio 2014 l’allora presidente della Camera Laura Boldrini decise di utilizzarla per il disegno di legge di conversione del decreto “Imu-Bankitalia”, che rischiava di superare i termini previsti per la conversione in legge, a causa dell’ostruzionismo del Movimento 5 stelle. Per giustificare la sua scelta, Boldrini scrisse una lettera a la Repubblica nella quale affermò che la misura fu «uno strumento estremo» usato in maniera «del tutto eccezionale». A dicembre 2022 invece l’attuale presidente della Camera Lorenzo Fontana ha utilizzato questo strumento per approvare il decreto sui “rave party”, anche in questo caso per superare l’ostruzionismo dell’opposizione.
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La ghigliottina è esplicitamente prevista dal regolamento del Senato, che al comma 5 dell’articolo 78 stabilisce che «il disegno di legge di conversione, presentato dal governo al Senato, è in ogni caso iscritto all’ordine del giorno dell’assemblea in tempo utile ad assicurare che la votazione finale avvenga non oltre il trentesimo giorno dal deferimento».
Un decreto-legge deve essere convertito in legge, anche con modifiche, dalla Camera e dal Senato entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale: con la ghigliottina quindi l’Ufficio di presidenza del Senato dopo trenta giorni può decidere di porre in votazione il decreto, anche senza che l’iter parlamentare sia concluso. In questo caso gli emendamenti non esaminati decadono automaticamente. Siccome impedisce al Parlamento di svolgere la sua funzione di esame delle leggi, la ghigliottina è considerata una pratica da usare solo in casi di necessità.
Nonostante il regolamento della Camera non preveda esplicitamente la possibilità di ricorrere a questa pratica, la ghigliottina è stata usata due volte in quest’aula. A gennaio 2014 l’allora presidente della Camera Laura Boldrini decise di utilizzarla per il disegno di legge di conversione del decreto “Imu-Bankitalia”, che rischiava di superare i termini previsti per la conversione in legge, a causa dell’ostruzionismo del Movimento 5 stelle. Per giustificare la sua scelta, Boldrini scrisse una lettera a la Repubblica nella quale affermò che la misura fu «uno strumento estremo» usato in maniera «del tutto eccezionale». A dicembre 2022 invece l’attuale presidente della Camera Lorenzo Fontana ha utilizzato questo strumento per approvare il decreto sui “rave party”, anche in questo caso per superare l’ostruzionismo dell’opposizione.
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