Chi ha vinto e chi ha perso le elezioni europee

Le percentuali raccolte dai singoli partiti non dicono tutto sul voto: c’entrano anche le aspettative, i rapporti di forza e il confronto con il passato
ANSA/FABIO CIMAGLIA
ANSA/FABIO CIMAGLIA
Come ogni elezione, i risultati delle elezioni europee che si sono tenute questo weekend vanno letti con attenzione per capire come sono andati i singoli partiti nelle urne. Tra le attese rispetto ai sondaggi e i rapporti di forza con gli alleati, dal governo all’opposizione, le valutazioni su come sono andate le elezioni cambiano da schieramento a schieramento: c’è chi è uscito dalle urne chiaramente vincitore e chi sconfitto, mentre per altri i risultati lasciano un margine di interpretazione più ampio. Nell’analizzare i numeri di queste elezioni europee va comunque considerato che c’è stato un ulteriore calo dell’affluenza sia rispetto alle elezioni politiche del 2022 sia rispetto alle elezioni europee di cinque anni fa.
Partiamo dai primi due partiti per numero di consensi: Fratelli d’Italia e Partito Democratico. Il partito di Giorgia Meloni ha preso il 28,8 per cento dei voti, una percentuale più alta del 26 per cento raccolto alle politiche del 2022 e del 6,5 per cento ottenuto alle europee del 2019. Durante la campagna elettorale, la presidente del Consiglio aveva detto che l’obiettivo del suo partito era confermare il risultato ottenuto alle elezioni per rinnovare il Parlamento nazionale, traguardo raggiunto e superato, sebbene in valori assoluti Fratelli d’Italia abbia raccolto circa 600 mila voti in meno. Anche il partito di Elly Schlein può dirsi vincitore: il PD ha raccolto infatti il 24,1 per cento dei consensi, una percentuale più alta sia del 22,7 per cento ottenuto nel 2019, con l’allora segretario Nicola Zingaretti, sia del 19 per cento preso nel 2022 sotto la guida di Enrico Letta. Rispetto alle ultime elezioni politiche, la lista del PD è riuscita a prendere 200 mila voti in più.

Positivi sono stati i risultati di Forza Italia e di Alleanza Verdi-Sinistra. Il partito di Antonio Tajani, con il 9,6 per cento dei voti, è riuscito a scavalcare la Lega e a diventare il secondo partito della coalizione che sostiene il governo Meloni, in linea con quanto previsto dai sondaggi due settimane fa. Forza Italia è riuscito anche ad aumentare i consensi in percentuale rispetto alle precedenti europee e alle precedenti elezioni politiche. La lista formata da Sinistra Italiana ed Europa Verde è stata una delle sorprese di questa tornata elettorale: 15 giorni fa Alleanza Verdi-Sinistra aveva circa il 60 per cento di probabilità di superare la soglia di sbarramento del 4 per cento, traguardo ampiamente superato, ottenendo il 6,7 per cento dei voti, più di quanto preso alle politiche del 2022.
Meno netta invece è stata la prestazione della Lega, con il 9 per cento dei consensi. È vero che questa percentuale è un po’ più alta dell’8,8 per cento raccolto alle elezioni politiche del 2022 (i voti “persi” sono stati quasi 380 mila), ma cinque anni fa alle elezioni europee il partito di Matteo Salvini prese il 34,2 per cento, risultando ampiamente il primo partito. Detta altrimenti, più di 7 milioni di elettori che nel 2019 hanno votato per la Lega, questa volta hanno scelto un altro partito o non hanno votato. Inoltre, in questa tornata elettorale, oltre 530 mila preferenze della Lega – quasi una su quattro – sono state prese dal generale Roberto Vannacci, la cui candidatura da indipendente è stata fortemente voluta da Salvini, ma non gradita a molti esponenti del partito, tra cui il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. 

Le liste che, per motivi diversi, escono sconfitte da queste elezioni europee sono quella del Movimento 5 Stelle da un lato, e quelle di “Stati Uniti d’Europa” e Azione dall’altro. Il partito di Giuseppe Conte ha preso circa il 10 per cento dei consensi, oltre 5 punti percentuali in meno rispetto a quelli che gli assegnavano gli ultimi sondaggi pubblicati due settimane fa. Alle precedenti elezioni europee del 2019 il Movimento 5 Stelle – all’epoca al governo con la Lega – ha preso il 17,1 per cento, mentre alle elezioni politiche del 2022 ha superato il 15 per cento, migliorando in quel caso le previsioni dei sondaggi.
La lista “Stati Uniti d’Europa”, con Più Europa e Italia Viva, e quella di Azione non hanno superato la soglia di sbarramento fissata al 4 per cento e quindi non eleggeranno parlamentari europei. Negli scorsi mesi si è discusso molto della possibilità che questi tre partiti riuscissero a trovare un’intesa per presentarsi alleati alle elezioni europee, accordo che poi non è stato trovato. Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 Azione e Italia Viva si sono presentati alleati, con un’unica lista, ottenendo il 7,8 per cento dei voti, mentre Più Europa ha raccolto il 2,8 per cento dei consensi, all’interno della coalizione di centrosinistra con il PD. Ad aprile 2023, si è consumata la rottura definitiva dell’alleanza tra Renzi e Calenda, che non sono riusciti a portare a termine il progetto iniziale di creare un partito unico.

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