Che cosa divide il Movimento 5 Stelle dalla Sinistra europea

Il partito di Conte è stato ammesso nel gruppo del Parlamento europeo, ma tra le formazioni restano alcune differenze
Ansa
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Il 4 luglio gli otto parlamentari europei del Movimento 5 Stelle sono entrati nel gruppo della Sinistra al Parlamento europeo (in inglese The Left), la formazione che raggruppa i deputati dei partiti di sinistra e sinistra radicale. 

L’accordo di adesione prevede un periodo di “confronto reciproco” di sei mesi, durante il quale entrambe le parti verificheranno la compatibilità delle proprie posizioni. In generale sia il partito di Giuseppe Conte sia il gruppo che lo ha accolto si definiscono progressisti, ambientalisti e pacifisti, ma analizzando nel dettaglio i rispettivi programmi elettorali emergono delle differenze nei contenuti e nei toni delle proposte, dall’adesione alla Nato alla gestione dei flussi migratori.

L’ultimo approdo

Nel 2014, al suo primo ingresso al Parlamento europeo, il Movimento 5 Stelle aveva aderito al gruppo populista ed euroscettico “Europa della Libertà e della Democrazia Diretta”. Il gruppo includeva tra gli altri lo UK Independence Party di Nigel Farage, il fautore della Brexit che poi ha fondato il partito populista di destra Reform UK, e l’estrema destra dei Democratici Svedesi, oggi parte del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei insieme a Fratelli d’Italia. 

Nella legislatura successiva il gruppo non rispettava più i requisiti minimi per costituirsi, ossia almeno 25 deputati da sette Paesi diversi, e i parlamentari europei del Movimento 5 Stelle sono quindi confluiti nel gruppo dei “Non iscritti”, insieme agli altri parlamentari che non aderivano a nessuno dei sette gruppi politici del Parlamento europeo. Questa condizione ha limitato la loro possibilità di incidere sui lavori parlamentari: l’appartenenza a un gruppo politico è rilevante infatti nell’assegnazione dei ruoli chiave, come i presidenti delle commissioni parlamentari e i relatori degli atti legislativi. In più, i gruppi politici ricevono finanziamenti più elevati per le attività parlamentari rispetto ai deputati non iscritti.

Per uscire da questa situazione, negli ultimi anni il partito di Conte ha cercato più volte accordi con altri gruppi politici. Dopo il tentativo fallito di unione con l’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, un gruppo centrista e liberale che nel 2019 è confluito in Renew Europe, il Movimento 5 Stelle ha esplorato senza successo la possibilità di entrare prima nel gruppo dei Socialisti e poi in quello dei Verdi europei. Durante la campagna elettorale per le elezioni europee del 2024, Conte aveva annunciato «una bella sorpresa» sul futuro del Movimento 5 Stelle, anticipando che si sarebbe collocato «nell’area progressista». Secondo fonti stampa, Conte avrebbe cercato un’alleanza con il partito conservatore di sinistra tedesco Bündnis Sahra Wagenknecht (“Alleanza Sahra Wagenknecht”), ma dopo le elezioni il Movimento 5 Stelle ha presentato domanda di adesione al gruppo della Sinistra al Parlamento europeo.

Le differenze tra 5 Stelle e Sinistra

Oltre al nuovo ingresso del Movimento 5 Stelle, nel gruppo della Sinistra al Parlamento europeo siedono i rappresentanti dei partiti nazionali che aderiscono al Partito della Sinistra Europea come membri o osservatori. Tra questi ci sono il movimento della sinistra radicale francese La France Insoumise, che ha guidato la coalizione del Nouveau Front Populaire alle recenti elezioni legislative francesi, il partito tedesco Die Linke e il greco Syriza, ma anche Sinistra Italiana, che ha eletto due parlamentari europei (Ilaria Salis e Mimmo Lucano) alle scorse elezioni dell’8 e 9 giugno. Proprio il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha scritto su Facebook di aver dato parere favorevole all’ingresso del Movimento 5 Stelle nel gruppo, con l’auspicio di «costruire con determinazione una coalizione di forze che restituisca all’Italia dignità e speranza, contro una brutta destra». 

La co-presidente del gruppo, la francese Manon Aubry, ha ricordato al partito di Conte che «la porta è aperta, ma le condizioni politiche sono chiare», facendo riferimento alla necessità di trovare una visione comune sui diversi temi. A questo proposito, prima delle elezioni, sia il Movimento 5 Stelle sia il Partito della Sinistra Europea, cui fa riferimento il gruppo politico al Parlamento europeo, hanno pubblicato i rispettivi programmi, elencando le proposte per la legislatura 2024-2029 del Parlamento europeo. Entrambi i documenti danno ampio spazio ai temi della pace, della tutela dell’ambiente e della giustizia sociale, ma non sono poche le differenze sui contenuti e sul linguaggio adottato.

Il primo punto del manifesto della Sinistra Europea riguarda la “lotta al neo-fascismo”: il partito propone la messa al bando di tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste e la dichiarazione del 25 aprile come Giornata europea della lotta contro il fascismo. Inoltre, sostiene la necessità di una revisione dei trattati dell’Ue per definire l’antifascismo e l’antinazismo come valori fondamentali dell’Unione. Questi temi non sono invece trattati nelle 103 pagine del programma del Movimento 5 Stelle, dove le parole “fascismo” e “nazismo” non compaiono nemmeno una volta.

Per quanto riguarda la politica estera, entrambe le formazioni sostengono la necessità di aumentare gli sforzi diplomatici per risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina evitando un’escalation militare in Europa, mentre sul fronte mediorientale chiedono un cessate il fuoco immediato e il ritiro di Israele dai territori palestinesi occupati. Le differenze emergono però sul rapporto con la Nato e gli Stati Uniti. Se il Movimento 5 Stelle precisa che «la collaborazione e l’adesione alla Nato, mai messa in discussione, va sviluppata in chiave puramente difensiva», la Sinistra Europea chiede che l’Ue basi «la sua politica internazionale esclusivamente sulla Carta delle Nazioni Unite e sulle risoluzioni dell’Onu, invece di sviluppare capacità militari per interventi su scala mondiale seguendo le istruzioni e le risoluzioni della Nato». La Sinistra Europea esplicita poi la sua contrarietà all’espansione dell’Alleanza atlantica, e chiede che l’Europa si assuma la responsabilità della propria sicurezza «in modo autonomo e indipendente dagli Stati Uniti». Infine, chiede che si adottino sanzioni contro «il complesso militare-industriale statunitense per aver sostenuto l’aggressione del governo dello Stato di Israele», richiesta assente nel programma del Movimento 5 Stelle.

In tema migratorio, la Sinistra europea chiede tra le altre cose di «fermare Frontex (l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera), l’esternalizzazione delle frontiere, il trasferimento dei centri di detenzione in paesi extracomunitari». Il Movimento 5 Stelle, invece, ribadisce la sua ricerca di una “terza via” alla questione migratoria, in equilibrio tra l’offerta di «vie legali e sicure a chi vuole esercitare il diritto di asilo in Europa» e «la reale capacità di accoglienza di ogni singolo Paese membro dell’Ue». Nel dettaglio, il partito propone di istituire in Paesi terzi “sicuri” delle unità operative di esperti composte da delegati dell’Ue e altre organizzazioni internazionali, con il compito di esaminare le domande di riconoscimento dello status di rifugiato presentate dai migranti, che potrebbero poi raggiungere l’Ue in maniera legale e sicura in caso di esito positivo.

Movimento 5 Stelle e Sinistra Europea non sono del tutto allineati nemmeno sulla politica commerciale. Da un lato, il programma del partito di Conte elogia gli accordi di libero scambio di “nuova generazione” dell’Unione europea, spiegando che si tratta «di un’idea di un commercio non basato su barriere e tariffe, ma sui valori e principi europei e sulla ricerca di soluzioni reciprocamente vantaggiose». Al contrario, la Sinistra europea è netta nel sostenere che «la politica commerciale dell’Ue deve rifiutare il sistema neoliberista degli accordi di libero scambio», soprattutto se riguardano i paesi in via di sviluppo.

Da ultimo, il Movimento 5 Stelle e la Sinistra hanno divergenze anche sulle tempistiche della transizione ecologica. Mentre i primi si dicono favorevoli a «delineare una visione a lungo termine affinché l’Unione diventi, entro il 2050, una società resiliente ai cambiamenti climatici e a zero emissioni inquinanti» in linea con gli attuali programmi del Green Deal, la Sinistra europea sostiene che sia necessario «anticipare la data di neutralità climatica dell’Unione Europea dal 2050 al 2035».

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