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Speranza esagera l’effetto «enorme» sulle vaccinazioni dell’obbligo per gli over 50

| 18 marzo 2022
La dichiarazione
«[L’obbligo di super green pass rafforzato per i lavoratori over 50] ha avuto l’effetto di stimolare enormemente la vaccinazione in quella fascia d’età»
Fonte: Governo | 17 marzo 2022
EPA/ROBERTO MONALDO
EPA/ROBERTO MONALDO
Verdetto sintetico
La dichiarazione del ministro della Salute è esagerata.
In breve
  • A partire dal 5 gennaio, le prime dosi nella fascia di età dai 50 anni in su sono effettivamente cresciute, dopo l’annuncio dell’obbligo vaccinale. TWEET
  • L’aumento delle somministrazioni è durato poco: nel giro di due settimane sono tornate a scendere. TWEET
Il 17 marzo, durante una conferenza stampa, il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che dal 1° aprile le persone sopra i 50 anni non dovranno più avere il cosiddetto “super green pass” per lavorare. Fino al 30 aprile, per loro, sarà sufficiente avere il cosiddetto “green pass base”. Il prossimo mese, chi ha almeno 50 anni potrà dunque andare a lavoro anche solo con il risultato negativo di un test per la Covid-19, senza necessariamente essere vaccinato o guarito dalla malattia. «La sospensione da lavoro, che conseguiva alla mancata vaccinazione, non avverrà più», ha poi annunciato il ministro della Salute, sottolineando che la sospensione rimarrà ancora in vigore per il personale sanitario e delle Rsa.

Nell’annunciare la decisione del governo, Speranza ha dichiarato che l’obbligo del super green pass per i lavoratori dai 50 anni in su è stata una misura «forte», che «ha avuto l’effetto di stimolare enormemente la vaccinazione in quella fascia d’età». Abbiamo verificato che cosa dicono i numeri: al di là del giudizio soggettivo sull’«enormemente» usato dal ministro, quella di Speranza è un’esagerazione. Dopo l’annuncio dell’obbligo, le vaccinazioni tra gli over 50 sono salite, ma solo per poco tempo.

Come funziona l’obbligo

Prima di vedere i dati, ricordiamo quali misure sono state introdotte per incentivare le vaccinazioni nella fascia di età dai 50 anni in su. 

Lo scorso 7 gennaio è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto-legge (convertito in legge a inizio marzo dal Parlamento) che tra le altre cose ha stabilito che dall’8 gennaio al 15 giugno 2022 chi ha dai 50 anni in su è obbligato a vaccinarsi contro la Covid-19, pena una multa da 100 euro, da far partire il 1° febbraio. In più, il decreto ha stabilito che dal 15 febbraio in poi le persone dai 50 anni in su hanno l’obbligo di essere in possesso del “super green pass”, che si ottiene con la vaccinazione o la guarigione, per accedere ai luoghi di lavoro, pubblico e privato. Oltre a rischiare una multa tra i 600 e i 1.500 euro, chi non rispetta questo obbligo va incontro alla sospensione dal posto di lavoro (che non viene perso) e alla sospensione della retribuzione. 

Con l’annuncio di Speranza del 17 marzo, quest’obbligo di avere il super green pass a lavoro – oggi in vigore da poco più di un mese – cesserà a partire dal 1° aprile. Ma è vero che questa misura ha spinto «enormemente» le vaccinazioni nella popolazione dai 50 anni in su, come sostenuto dal ministro?

Che cosa è successo con l’obbligo

Come abbiamo spiegato a fine gennaio, dopo l’annuncio del governo dell’introduzione dell’obbligo di vaccino per gli over 50, arrivato il 5 gennaio, le prime dosi di vaccino somministrate nella fascia di età dai 50 anni in su sono effettivamente cresciute. 

Dal 5 al 16 gennaio, infatti, si è passati da poco più di 5 mila prime dosi al giorno (media settimanale) a quasi 20 mila. Anche le prime dosi nella fascia di età tra i 12 e i 49 anni sono cresciute nello stesso periodo di tempo, passando da circa 14 mila a oltre 22 mila. Un effetto sulle vaccinazioni per gli over 50 sembra dunque innegabile, anche se non è semplice stabilirne con precisione l’ordine di grandezza, visto che non si hanno a disposizione i dati delle prenotazioni di chi ha deciso di vaccinarsi dopo l’annuncio dell’obbligo, ma solo quelli delle prime dosi. Inoltre, non è possibile stabilire quanti abbiano deciso di vaccinarsi perché spinti dall’obbligo dal 15 febbraio di avere il super green pass a lavoro o solo per evitare la multa da 100 euro.

Al di là di questo, la crescita dell’andamento delle prime dosi è però durata poco. Al 30 gennaio – dopo meno di un mese dall’annuncio dell’obbligo, a due giorni dall’avvio delle sanzioni e a due settimane dall’entrata in vigore dell’obbligo di super green pass a lavoro – le prime dosi tra gli over 50 sono scese intorno alle 11 mila circa al giorno e quelle nella fascia tra i 12 e 49 anni intorno alle 12 mila. Dopo il picco raggiunto tra il 16 e il 17 gennaio, il trend di risalita si è dunque arrestato. E non è più ripreso neppure nei mesi di febbraio e marzo.
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Ad oggi, la campagna vaccinale in Italia si è praticamente fermata: il numero di prime dosi, in tutte le fasce di età, è sempre più basso, anche tra i bambini, che hanno iniziato a vaccinarsi a partire da metà dicembre. Secondo i dati più aggiornati del governo, oltre 1,2 milioni di persone dai 50 anni in su, esclusi i guariti, non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino. Stiamo parlando di circa il 5,6 per cento nella fascia di età tra i 50 e i 59 anni, il 4,5 per cento in quella tra i 60 e i 69 anni, il 3,9 per cento in quella tra i 70 e i 79 anni e circa il 2,6 per cento dagli 80 anni in su.

Il verdetto

Secondo Roberto Speranza, l’obbligo di super green pass rafforzato per i lavoratori over 50, il cui mancato rispetto comporta la sospensione dal posto di lavoro, «ha avuto l’effetto di stimolare enormemente la vaccinazione in quella fascia d’età». Al di là del giudizio soggettivo sull’«enormemente» usato da Speranza, i numeri delle somministrazioni dicono che il ministro ha esagerato.

Dopo il 5 gennaio – data di annuncio dell’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 e dell’obbligo di super green pass, a partire dal 15 febbraio, sui luoghi  di lavoro – il numero di prime dosi nella fascia di età dai 50 anni in su è effettivamente aumentato. Ma la crescita è durata per poco tempo, esaurendosi nell’arco di due settimane.

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