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Salvini dovrebbe leggere meglio l’ultima relazione del Dipartimento per le politiche antidroga

| 11 luglio 2022
La dichiarazione
«La linea ufficiale del governo, certificata dal Dipartimento per le politiche antidroga, è nettamente contro la cannabis»
Fonte: La Nazione | 10 luglio 2022
ANSA/ FILIPPO VENEZIA
ANSA/ FILIPPO VENEZIA
Verdetto sintetico
Il segretario della Lega semplifica la posizione del governo.
In breve
  • Quando il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato chiamato in causa sul tema, non ha parlato di una posizione contraria del governo, ma ha detto che è compito del Parlamento legiferare sulla depenalizzazione. TWEET
  • L’ultima relazione annuale del Dipartimento per le politiche antidroga parla esplicitamente della necessità di prendere in considerazione la depenalizzazione della cannabis. TWEET
Aggiornamento 12 luglio, ore 12 – Il fact-checking è stato aggiornato, aggiungendo un riferimento fatto da alcuni esponenti leghisti a un testo presente sul sito del Dipartimento delle politiche antidroga, che però non supporta la frase di Salvini.

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Il 10 luglio, intervistato dal quotidiano La Nazione, il leader della Lega Matteo Salvini ha criticato la proposta di legge all’esame della Camera, difesa tra gli altri da Partito democratico e Movimento 5 stelle, per depenalizzare parzialmente la produzione di cannabis. ​​La proposta, se approvata, consentirebbe la coltivazione di al massimo quattro piante per uso personale e ridurrebbe le sanzioni per chi spaccia cannabis e altre droghe leggere in piccole quantità.

Ma secondo Salvini, che si oppone a questa proposta, il governo «è nettamente contro la cannabis», come certificato dal Dipartimento per le politiche antidroga (Dpa), che fa parte della Presidenza del Consiglio dei ministri. Questa struttura ha il compito di supportare la promozione e il coordinamento dell’azione di governo in materia di politiche antidroga e di coordinare gli interventi per contrastare la diffusione delle sostanze stupefacenti. 

È davvero così? In realtà, Salvini sembra farla troppo semplice sulla linea del governo. Per esempio, lo scorso 30 giugno, durante una conferenza stampa, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato della proposta di legge sulla cannabis non dicendo di essere contrario, ma che «il governo non prende posizione» in merito. Una recente pubblicazione proprio del Dpa, poi, mette in dubbio che la posizione del dipartimento sia «nettamente contro la cannabis», come sostiene il leader della Lega.

Che cosa dice il Dpa

Sul suo sito ufficiale, il Dipartimento per le politiche antidroga scrive che la marijuana, prodotta dalla pianta di cannabis, «dà abuso e dipendenza», elencando una serie di effetti e rischi sulla salute, che peggiorano se associati al consumo di alcool o altre droghe. Sul sito è disponibile anche un testo, citato nelle ultime ore proprio da alcuni esponenti leghisti, secondo cui «gli studi scientifici più accreditati hanno dimostrato da anni che la cannabis è una sostanza psicoattiva, neurotossica e pericolosa per la salute mentale e fisica propria ed altrui». Il testo è l’introduzione a un rapporto pubblicato nel 2014 – dunque otto anni fa, quando il governo Draghi non c’era – dal Dipartimento per le politiche antidroga ed è stato scritto dall’allora capo dipartimento Giovanni Serpelloni, che ora non fa più parte del dipartimento. Usare questo testo per dire che la linea del governo è «nettamente» contro la cannabis è dunque fuorviante.

Nell’ultima Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, trasmessa lo scorso 28 giugno alle camere dalla ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone, il Dipartimento per le politiche antidroga ha raccolto una serie di numeri sulle attività finalizzate nel 2021 al contrasto delle sostanze stupefacenti. Qui emerge che, in effetti, l’anno scorso la maggioranza di queste attività si è concentrata proprio sulla cannabis. Tra le altre cose, il 51 per cento delle operazioni di polizia antidroga svolte a livello nazionale ha riguardato il contrasto dei derivati e delle piante di cannabis. Nel 2021 sono state sequestrate quasi 68 tonnellate di cannabis (+128 per cento rispetto al 2020), una quantità pari a quasi il 75 per cento delle sostanze stupefacenti complessivamente intercettate.

Il fatto che la maggior parte delle attività antidroga si concentri contro la cannabis non significa che la linea del Dipartimento per le politiche antidroga, e di conseguenza quella del governo guidato da Draghi, sia «nettamente contro la cannabis». 

Una parte della relazione annuale del Dpa è dedicata alla Conferenza nazionale sulle dipendenze, iniziata a giugno 2021 e conclusasi a novembre 2021 a Genova. Nonostante in base alla legge queste conferenze vadano organizzate ogni tre anni, per individuare eventuali correzioni alla legislazione antidroga, l’ultima si era tenuta nel 2009. Tra le altre cose, alla conferenza di Genova, indetta dalla ministra Dadone, il Dipartimento delle politiche antidroga ha sintetizzato i risultati dell’incontro tra soggetti pubblici e privati, esperti nel settore, da cui è emersa «con forza la necessità di mettere in atto iniziative finalizzate a favorire la depenalizzazione» di alcune sostanze stupefacenti. Con “depenalizzazione” la relazione fa riferimento alla necessità di «rivedere le norme che prevedono sanzioni penali e amministrative a carico di persone che usano droghe» e di «rivedere la legge attuale passando dal modello repressivo a un modello di governo e regolazione sociale del fenomeno». Uno degli interventi suggeriti è quello di «sottrarre all’azione penale alcune condotte illecite», contemplate dall’articolo 73 del Testo unico in materia di sostanze stupefacenti, «rivedendo contestualmente l’impianto sanzionatorio ed escludendo l’obbligatorietà dell’arresto in flagranza». 

La proposta di legge all’esame della Camera vuole proprio intervenire sull’articolo in questione, non solo per consentire tutte le persone maggiorenni la coltivazione di un massimo di quattro piante di cannabis, a patto che siano per uso personale, ma anche per ridurre le pene per lo spaccio di droghe leggere “in lieve entità”, ossia nei casi meno gravi.

Le proposte emerse dai lavori della Conferenza nazionale sulle dipendenze di Genova serviranno da base per la redazione di un nuovo piano di azione nazionale, il cui completamento è previsto entro la fine del 2022.

Il verdetto

Secondo Matteo Salvini, «la linea ufficiale del governo, certificata dal Dipartimento per le politiche antidroga, è nettamente contro la cannabis». Il leader della Lega sembra farla troppo semplice. 

Quando il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato chiamato in causa sul tema, non ha parlato di una posizione contraria del governo, ma ha detto che è compito del Parlamento legiferare sulla depenalizzazione. Inoltre, l’ultima relazione annuale del Dipartimento per le politiche antidroga parla esplicitamente della necessità di prendere in considerazione la depenalizzazione della cannabis.

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